Free picture (Heart drawing chalk on asphalt) from https://torange.biz/heart-drawing-chalk-asphalt-32598
Io aderisco alle lotte per salvare la vera informazione, perché i veri giornali fatti da veri giornalisti rimedino ai guasti dell’informazione fatta dai commenti sui social, diffusa e incontrollata, tutt’altro che democratica perché peggio che nell’informazione tradizionale i flussi di opinione vengono regolati da correnti carsiche di potere e poteri. Però la vera informazione, quella delle testate registrate in tribunale, non è che alle volte faccia molto per aiutarci ad aiutarla. A leggere certe cronache dell’incidente di Roma, delle due ragazzine morte, a volte mi sembra roba presa di peso dai peggiori commenti social: pietismo d’accatto, giudizi tagliati con il trinciapollo sul modo di vivere dei sedicenni e dei diciottenni, arresti domiciliari spacciati per una sentenza di cassazione, cronache di funerali con tanto di applauso più evidenti del fatto che ha provocato i funerali stessi. Per non parlare del collega che ha chiesto che cosa ci facessero due sedicenni in giro a mezzanotte. Informazione che parla alla pancia anziché alla testa non per un voto in più ma per una copia o un contatto in più. Quando frequentavo l’Azuni morirono in un incidente due studenti del liceo, della mia sezione. Ricordo lo sconcerto, le domande che si affacciavano per la prima volta nelle teste di tutti noi sulla provvisorietà dello stato di vivente, ricordo di avere spiato nella loro aula, la cui porta era aperta, vidi il professor Brigaglia, seduto in cattedra, che fissava con gli occhi sbarrati i banchi vuoti. Fu l’unica volta nei tanti anni che lo frequentai, dal liceo in poi, in cui una sua espressione mi avesse trasmesso sconcerto e non sicurezza. Ricordo lo sguardo della madre di uno di loro all’obitorio. Era figlio unico, i suoi compagni di classe dicevano che lui, un po’ con vergogna e un po’ con amore, raccontava ridendo dei vizi di cui, asino grande che era già, la madre ancora lo colmava. E lei guardava quel corpo incravattato in un abito blu e ancora con la faccia da bambino, lei aveva un sorriso pietrificato, attenta che chi lo baciava o lo accarezzava non lo sciupasse, voleva che lo facessero adagio, per non fargli male, come la mamma dell’Aquilone. Si discusse nei corridoi nei giorni successivi anche di colpe e imprudenze e semplici fatalità, tenuti a freno da un’informazione di carta stampata che non indulgeva ai sentimenti di cui parlavo prima, che possono andare bene in un post come questo che leggete, una specie di diario personale più che un articolo, privati anche se diffusi, quella era un’informazione che diceva con puntiglioso rigore come erano andate le cose e dava per scontato il dolore, la tragedia e la sempre beffarda situazione di vecchi che piangono sulle tombe di giovani, invece del contrario. Era un’informazione che parlava alla testa, anche quando le pance borbottavano ed erano pronte ad accogliere qualsiasi immondizia. E ora basta così, perché quando uno rimpiange i vecchi tempi significa che proprio non ha più un cazzo da dire.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design