Ormai internet è diventata una sorta di discarica. Proliferano i siti patacca, e piovono in continuazione bufale, mezze bufale, notizie vecchie spacciate per nuove, dichiarazioni di chicchessia come fossero notizia, notizie con foto non attinenti, persino scherzi che poi la gente prende per buoni. Il dramma è che poi questi siti bufalari prosperano e si arricchiscono alle nostre spalle. Mi spiace davvero tanto che questo nostro mondo virtuale diventi il regno della falsità e della manipolazione. Errare è umano e sbagliare capita a tutti, anche al sottoscritto che ci presta attenzione. A volte non vediamo l’ora di condividere una notizia che ci piace, che conferma le nostre idee, e non ci facciamo caso. Se poi uno si prende la briga di denunciare la patacca, talvolta viene giudicato come comunista, fascista, piddino, democristiano e via discorrendo. Sappiate che sono loro inguaribili faziosi e ingenui, nella migliore delle ipotesi, non voi. Ho studiato pertanto un decalogo per evitare di cadere in errore, dieci semplici punti che ci aiutano a migliorare questo nostro luogo virtuale. Forse è una battaglia persa, ma almeno ci proviamo. Dunque. Come riconoscere un bufala o comunque una notizia manipolata. 1) Per prima cosa, controllare la fonte. Spesso i siti che creano le bufale hanno nomi che ricordano mentalmente testate giornalistiche, tipo Fattoquotidianone, Il giomale, Il messagero (con una g), Anza; oppure sono siti come “Imolaoggi” che fanno della eccessiva faziosità e della manipolazione dei fatti l’arma del loro successo. Controllare la fonte è il primo passo per capire se dietro c’è la bufala. 2) La data. Controllare la data. Spesso sono notizie vecchie riciclate e spacciate per nuove. 3) L’eclatante. Se una notizia è troppo eclatante, molto forte sul piano emotivo, come la morte di qualche personaggio famoso, ponetevi il dubbio. Prima di cliccare e regalare così soldi a chi non li merita, fatevi prima un giro su Google per vedere se la notizia è vera. 4) L’argomento. Se la notizia riguarda le malefatte di zingari o immigrati, non ponetevi il dubbio. E’ praticamente certo che si tratta di una patacca. Nove volte su dieci è falsa, e la rimanente è esagerata o manipolata. Il fatto è che molti siti internet fanno parecchia propaganda su questi temi, sia per ragioni politiche, sia per guadagnare soldi, perché è un argomento che attrae molto le persone, purtroppo. Ma vi sono anche altri argomenti che fanno “presa”, e quindi sono vettori di bufale. La retorica anti-italiana, per esempio, è popolata di enormi sciocchezze. Poi ne abbiamo uno tutto sardo, il vittimismo sardista. Un nervo scoperto dei sardi dovuto alle tante ingiustizie subite. Ma questo merita una trattazione a parte. 5) La lotta politica. Io lo so che Renzi, o la Boldrini, o altri politici in vista possono essere antipatici e criticabili. Ma i nostri governanti ci danno tante occasioni per criticarli seriamente, non c’è bisogno di inventare nulla. Condividere tutte le patacche che girano sul loro conto, o sul conto di altri politici, non vi fa apparire come resistenti, ma come ingenui. Denunciare che sono patacche la vendita di un pezzo di mare alla Francia, o della Sardegna alla Germania, o catastrofi sociali inventate, vi rende “piddini” o “renziani” solo agli occhi degli inguaribili faziosi. 6) Le dichiarazioni. Spesso vengono spacciate per notizie le false dichiarazioni di chicchessia. Anche in questo caso quello che dice chicchessia, ripreso dalla stampa, rappresenta una sua opinione, non un fatto. 7) Il titolo non basta. Prima di condividere, magari con commento, leggete sempre. Spesso l’articolo dice cose diverse dal titolo, esagerate, concepite per il clic compulsivo. Ad esempio, a proposito di retorica anti-italiana, ho letto dei titoli che dicevano “gli italiani i più ignoranti d’Europa”; poi leggevi l’articolo e ti rendevi conto che lo studio riguardava delle domande fatte sul fenomeno dell’immigrazione. Quindi gli italiani sono ignoranti su quel fenomeno (grazie appunto a quella propaganda falsa di cui sopra), ma non necessariamente su altro. Qui entriamo in quelle che possono apparire come sottigliezze, tuttavia ritengo che, se si vuole migliorare, un po’ di impegno a non fermarsi solo al titolo, prima di condividere sui social, non sarebbe male. O, per lo meno, sarebbe bene almeno non commentare se non si legge l’articolo, si rischia una figura barbina. 8) Tenere a freno la passione. Spesso ci frega la fretta compulsiva di condividere una notizia che, in qualche modo, ci darebbe “ragione”. Appena vediamo la notizia, accecati dalla passionalità, clic, via con la condivisione. E invece è una bufala. 9) La fotografia. Anche la fotografia è importante, e può costituire una bufala. Se un sito parla di una questione A e ci abbina la foto della questione B, il cervello entra in confusione ma alla fine vince l’immagine, che è più immediata. Esempio: se io accompagno la notizia di un sequestro di rifiuti in Sardegna con la foto di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi che riguarda la Germania, sto trasmettendo, nel suo complesso, un messaggio falso o artefatto. 10) Infine, la complessità. Attenti alla semplificazione di questioni complesse. I media, in genere, tendono alla semplificazione. Internet, in particolare, che ha il pregio di dare voce a tante persone, per sua natura, semplifica tutto, riduce tutto ai minimi termini, a slogan urlati, a spot propagandistici, che seguono, alla fine, il correntone delle mode e dei luoghi comuni e della propaganda politica. Un tipico esempio l’ho trattato in questo articolo Sardegna terra più inquinata . Spesso è la semplificazione che crea i danni peggiori, proprio perché parte da un assunto tutto sommato vero. Pensate, per stare su questo esempio, al danno enorme che questa operazione può aver causato alla Sardegna, al turismo e all’agricoltura. Riepilogando: prima di condividere compulsivamente con un clic le notizie sui social, pensate sempre che state regalando soldi a delle persone in mala fede, che hanno interessi particolari, economici o propagandistici. Se avete qualche dubbio, un veloce giro su Google è in grado di chiarire tutto. Rendiamo questo luogo migliore. Grazie.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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