“Cinque extracomunitari, tra i 18 e i 20 anni, mi hanno strattonato e mi hanno rubato il telefonino” ha riferito in questura il 38enne oristanese.
L’uomo è stato aggredito il 29 gennaio per essersi rifiutato di dare dei soldi ai ragazzi che, appunto perciò, lo avrebbero picchiato e derubato del suo cellulare (e degli occhiali) lasciandolo dolorante e contuso su un’aiuola dei giardini pubblici di Sa Rodia, a Oristano. L’effetto della notizia è stato quello di un prosciutto buttato in una vasca di piranha.
Molti anni fa avevo un cane, un alano arlecchino enorme e un po’ fesso. Nel senso che, a dispetto della mole, era un buono. E lo era a tal punto da sconfinare pesantemente nella categoria dei rincoglioniti. La fedina penale canina sfacciatamente immacolata e il non aver mai dato un morso in vita sua mi avevano consentito di bypassare l’acquisto di un’inutile museruola. Però bastava fornirgli un insignificante input: – Mmmhhhuaaa prendilo, prendilo! – e lui iniziava ad abbaiare e ringhiare come un forsennato. Si agitava adrenalinico e mostrava i denti. Abbaiava a una porta, a un soprammobile, a un marciapiede, a un sasso… insomma a ciò che c’era intorno Se nei paraggi non c’era niente, abbaiava al cielo E ringhiava anche, col muso rivolto verso il nulla.
Proprio come hanno fatto quei letterati da tastiera appena è arrivato l’input: – Mmmhhhuaaa gli extracomunitari, prendili prendili! – hanno subito azionato le loro piccole dita e le hanno fatte saltellare testardamente sulla tastiera. Interviene pronta E. D.: – Ho finito gli insulti e le maledizioni per queste risorse che scappano dalla guerra e piano piano scapperemo noi se non si fa qualcosa –
Risponde profetico M.L: – A mio parere tra non molto ci saranno caccia agli uomini e guerriglie cittadine… vedrete! –
D. T., lapidario, decreta: – Piombo, ci vuole piombo –
E. D. approva e, con una metaforica pacca sulla spalla, rincara: – E’ l’unica soluzione –
G. Z., più prudente ma non molto fiducioso nei confronti della giustizia, raccomanda: – Ragazzi attenti a non toccarli, finite in galera perché lo stato di merda in cui viviamo prima protegge queste merde, poi per ultimi veniamo noi. Basta vedere chi aiuta per primo. Un italiano deve morire, a questi casa vitto e alloggio. Grazie politici, vi auguro un giorno che qualcuno di questi un giorno importuni un loro famigliare ci scommetto che ci sarà polizia carabinieri finanza e tutto l’ambaradan.-
Ecco di nuovo E. D. che, ringhiando, sentenzia: – Zyklon B, io l’ho sempre detto.-
Per chi non lo sapesse lo Zyklon B era il nome commerciale di un agente fumigante a base di acido cianidrico utilizzato nelle camere a gas di alcuni campi di sterminio nazisti.
Il 19 febbraio l’oristanese 38enne, messo alle strette dalle forze dell’ordine, confessa la messinscena dell’aggressione. In verità lui, col telefonino di cui denunciava il furto, navigava in siti porno fino ad essere incappato in un virus che gli aveva mandato in blocco il cellulare ed esigeva il versamento di € 100 per il ripristino della configurazione abituale.
Inetto nella navigazione, sì, ma scaltro nell’individuare il capro espiatorio, sapeva bene che un j’accuse di quel genere avrebbe germogliato immediatamente su una certa parte salviniana della platea.
E quella non si è fatta attendere, è saltata prontamente sull’attenti. Una bella fetta di italiani predisposta al fanatismo intollerante, stile Gasparri caduto nel fake del falso slavo che era Jim Morrison, con il troppopieno sempre al limite, sollecita nell’unirsi in coro a cantare. Tutta quella gente che, anche quando non si lascia andare ad un commento scomposto, sembra avere più controllo del mondo esterno che di se stessa. Che ignora il valore dello spazio tra la riga e le parole scritte sopra. Gente convinta che buttando un paio di monete nel bicchiere di plastica di un mendicante, si sia comprata il diritto di voltarsi dall’altra parte. Gente certa che la verità sia solo quella che vuole vedere. Quanta dignità perde mentre dondola tra il parlare troppo e il parlar male? Gente un po’ cogliona e un po’ rabbiosa. Proprio come il mio cane che abbaiava al cielo.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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