«Prego, si accomodi»
Il candidato ha cinquant’anni e ha già lavorato in svariati settori. Lavori di ripiego quando non riusciva a entrare nel posto giusto. Quello per cui stava studiando. Dalla ristorazione, durante gli studi all’università (cameriere, aiuto cuoco, barman etc) all’esperienza in un noto fast food dove giovani rampanti sarebbero passati sopra il cadavere di chiunque per diventare capo reparto. Figuriamoci lui che all’epoca aveva sforato i trent’anni. Lui lì era carne da macello, esattamente come quegli hamburger che nella piastra rovente si rianimavano.
Poi commesso, addetto alle pulizie e via così.
Una volta laureatosi con un certo ritardo (professione: fuori corso o bamboccione, se gradite), sfruttò in realtà il suo diploma di geometra ed entrò nel team di un noto Ingegnere. Entrò come falsa partita IVA, certo. Cioè a tutti gli effetti un impiegato ma senza contratto. Un fisso mensile di 1200 euro su cui lui avrebbe pagato poi le spese-barra-tasse. Niente ferie, niente malattia. Le sue assenze depennate in automatico con una crocetta indelebile sul calendario. Quegli eventuali giorni di malattia avrebbero alleggerito l’assegno che percepiva il 30 di ogni mese. «Purtroppo è un periodaccio. L’edilizia è la prima a farne le spese»
E così l’ormai cinquantino disoccupato da qualche anno, dopo vari tentativi e tante porte in faccia, decide di recarsi alla LavoroLest, agenzia interinale o meglio Agenzia del Lavoro privata. Di fronte a lui una anagraficamente under, prepara la scheda al computer. Non prima di aver dato una sostanziosa occhiata al suo interlocutore. Ai corsi di formazione le hanno spiegato che deve leggere gesti, postura, espressioni e pulizia del candidato. Per un attimo strizza gli occhi per osservare anche le lenti degli occhiali. Senza aloni, si può ritenere persona pulita.
«Mi chiamo Sandro Valenti» e da qui si parte per riempire il form con tutti i dati richiesti «Bene signor Valenti, mi diceva che sarebbe interessato all’annuncio della Croton Corporation» «Sì, ho mandato la candidatura sul sito e poi voi mi avete richiamato»
Sono anni che ormai Sandro non fa un colloquio. Eppure se li ricorda bene. A vent’anni non aveva abbastanza esperienza per ambire ai posti richiesti= segato! A trenta, a distanza di soli dieci anni aveva fin troppe qualifiche per quel lavoro= segato! A quaranta troppa esperienza e troppi anni. Troppo troppo= segato!
Ora a cinquanta, i voucher… ah no, quelli no. Ma la (lo? Il?) Jobs Act qualche chance la offriva anche agli uomini della sua età. Ecco perché si era deciso a rimettere mano al curriculum in formato rigorosamente europeo. Aveva fatto una nuova foto tessera, non dalle macchinette però che veniva fuori sempre come un pesce spaventato. Era sceso al Corso dal suo amico fotografo. «Beh se non ti serve per un documento, possiamo anche giocare su luci particolari e tu puoi sorridere un pochino. Altrimenti sembri uno sfigato» «Ah! Sembro…»
Poi c’era da aggiungere l’inglese che ora era arrivato al livello B2, poi quel corso sul Marketing dei Social E che dire di un anno come volontario a distribuire pasti ai poveri. Guardava quegli occhi umidi di coetanei e di anziani e sapeva come quello sguardo poteva presto diventare il suo se non avesse trovato un lavoro.
Finalmente la chiamata dall’Agenzia, gli avevano fissato il colloquio. Si sarebbe dovuto presentare alle 8,00 nella sede della Croton Corporation. Una bella doccia poi rasatura prima di una leggera colazione, occhiali senza aloni, scarpe lucide, cravatta perfetta e abbigliamento ben stirato ed eccoci qui, in una sala d’attesa dove altri giovanissimi candidati aspettano il proprio turno. Il turno arriva per tutti in contemporanea. Dieci incravattati vengono fatti entrare nella sala riunioni, qui gli viene chiesto di allinearsi e spalle al muro. Qualcuno stempera la comprensibile tensione con un «Ma ora ci fucilano?»
Risponde la giovane Human Resources che li ha fatti accomodare «No. Ma dovreste togliervi scarpe e calze. Chi non lo farà, sarà libero di andarsene anche ora»
Nessuno si ribella. La fame di lavoro fa mangiare ben altri bocconi. Mica questi. Il solito buontempone «E se abbiamo i piedi piatti, ci spedite in Polizia?» e ridacchia con dei denti perfetti. Come perfetti sono i suoi piedi, probabilmente appena usciti da una seduta di pedicure. La giovane HR approva mentre passa in rassegna con lo sguardo basso. Si ferma davanti a Sandro, l’unico over del gruppo. «Allarghi le dita prego» Ed eccoli lì. Cucuuuu: i ciccioli tra le dita. Nonostante la doccia, quelle calze nuove l’avevano tradito rivelando mondi nascosti. Un sopracciglio perfetto nel viso porcellanato della reclutatrice, si sollevò di scatto. Fece capire l’enorme disapprovazione davanti a quei piedi umiliati assieme al suo padrone.
********* «Buongiorno sono il signor Valenti, si ricorda? Sono stato presso la sua agenzia per quel posto alla Croton Corporation… volevo sapere se c’è qualche notizia» «Signor Valenti (sospiro), no purtroppo lei non ha passato la prima selezione. Quella dei piedi» «Ma ho mille qualifiche, sono adattissimo a quel posto» Non era suo uso insistere. Ma davvero non accettava che i piedi parlassero più del suo curriculum. «E poi lo sa lei- continuò il povero Sandro– che chi soffre di rupofobia è un ossessivo-compulsivo e, cito “Nei casi più gravi, le persone possono passare talmente tante ore al giorno a compiere dei rituali che non riescono più a svolgere alcuna attività lavorativa”. Insomma si preferisce uno che passa il temp…» «Signor Valenti, noi ci siamo raccomandati con tutti i candidati. Ma lei non ha guardato il profilo del CEO su Linkedin?» «No, beh no. Ero occupato» «Lo legga. E poi signor Valenti sa, lei ha la sua età e…»
Tu tu tu tu tu
Che senso aveva continuare la conversazione. Entrò su Linkedin. Riuscì dopo il terzo tentativo password sbagliata. Da quanto tempo non ci andava, neanche lo sapeva quantificare. Poi finalmente la login giusta. Ricerca il profilo del CEO della Croton Corporation
Eccolo il post:
“Spesso chiediamo di far togliere le scarpe e le calze ai candidati. È importante per noi avere un futuro collaboratore perfettamente pulito Dalla punta dei piedi all’ultimo capello dovete essere perfetti se volete lavorare per i migliori e io sono uno dei migliori”
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale… più o meno.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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