Avendo fatto per tutta la vita il giornalista, ho conosciuto un mucchio di politici a tutti i livelli di importanza e di simpatia. Quest’ultima qualità è difficile da definire perché i politici professionisti nei loro rapporti, con il prossimo in genere e con i giornalisti in particolare, sono affidabili quanto Uriah Heep in “David Copperfield”. Anche per questo non li ho mai frequentati se non per motivi di lavoro. Una delle rare eccezioni è un politico di Sorso del quale sono diventato davvero amico. E il fatto dimostra la mia convinzione che a Sorso la simpatia sia una categoria che travalica genere, censo e mestieri. Un’altra di queste eccezioni è un politico di Porto Torres, ma conferma la mia predilezione per Sorso perché gli abitanti di Porto Torres sono in realtà abitanti di Sorso che anziché la Romangia frequentano gli scogli occidentali del Golfo. Del politico di Sorso diventai istintivamente e improvvisamente amico durante un sopralluogo tra alcuni giganteschi cumuli di rifiuti nei pressi del mercato ortofrutticolo a Predda Niedda. Avevo dato voce sul giornale a non so più quale associazione che lamentava la presenza in quella zona di orde di ratti e invitava le autorità competenti a intervenire. Quel politico, in qualche modo istituzionalmente interessato al problema, mi telefonò e con tono cortese ma formale e distaccato mi fece presente che qualsiasi disinfestazione sarebbe stata inutile se prima non si fosse rimossa l’impressionante quantità di resti vegetali. Gli risposi che dietro mia richiesta un cronista aveva visitato la zona prima di pubblicare l’articolo sui topi e aveva notato soltanto la limitata e fisiologica quantità di rifiuti che giace nei pressi di qualsiasi grande ortomercato. -Perché forse lei non sa dove finiscono realmente i rifiuti. Possiamo andarci insieme? Accettai l’invito e quel politico, percorso un viottolo, mi portò in un grande spiazzo di cui ignoravo l’esistenza, effettivamente costellato di cumuli di scarti di verdure ciascuno alto quanto il secondo piano di un palazzo. Lui continuava a tenere un atteggiamento educatamente didascalico, senza rimarcare trionfalmente il fatto che avesse ragione da vendere e spiegandomi piuttosto le norme che regolano smaltimento dei rifiuti e derattizzazioni. Mentre mi guardavo esterrefatto intorno in quel paesaggio infernale, entrambi notammo un ratto dagli occhi rossi che, interrotto il pasto, ci fissava da una delle montagne. Era enorme. Di topi me ne intendo perché sono nato in piazza Del Comune, ma quello era davvero il Re dei Topi dello Schiaccianoci. Il politico lo osservò a lungo e poi, non riuscendo oltre a trattenere l’anima sussinca che premeva prepotente contro la corazza di professionale distacco, esclamò -Cazzu, e Minnie undì z’è iscida? La sera stessa eravamo a cena insieme. Del resto come si può non amare uno, persino se fa politica, che usa questo geniale sincretismo culturale, che cita Disney in salsa turritana per commentare e disinnescare senza danni per alcuno una situazione imbarazzante. E cosa dire di quel farmacista di Sorso, operante a Sassari, che vedendo un suo amico in fondo alla fila di clienti gli chiede preoccupato -E tu inoghi! Maradu sei? -No, mi seivi la midizina pa’ li sorighi. -Li sorighi maradi v’hai? Tutto a Sorso è diffusamente e soffusamente geniale. Senza esagerazioni. I sussinchi non sono cafoni come noi sassaresi che facciamo i presidenti della Repubblica. Loro si accontentano di cariche minori ma si divertono di più. Sempre in tema di topi, si ricorda ancora una storica discussione in consiglio comunale. Erano i tempi che il sindaco non veniva eletto direttamente dal popolo ma dal consiglio comunale. C’era stato un improvviso capovolgimento politico e il vecchio sindaco, letteralmente da un giorno all’altro, si era ritrovato sui banchi dell’opposizione. Ben deciso a rendere la vita dura a quello che lui considerava un usurpatore, l’ex sindaco dedicò il suo primo intervento da consigliere a criticare l’amministrazione per la scarsa attenzione verso l’igiene civica, osservando che grandi topi erano stavi visti aggirarsi impunemente in pieno giorno nelle vie e piazze principali. Il nuovo sindaco lo fece finire e infine chiese -Ma arimani, candu v’eri tu pusadu in chistha cadrea, chissi sorighi cos’erani, cincillà? Si levarono applausi da tutti i banchi, ai quali si unì anche l’ex sindaco. Ecco qual è secondo me il significato di una balena che va a morire a Sorso. Aveva voglia di finire in vera grandezza. Voleva che di lei si avesse un ricordo gioioso. Non pretesco e pindaccio, come la balena di Giona, o cupo e sanguinario come quello della poveretta perseguitata da Achab, ma piuttosto allegramente grottesco, come fosse il grande pesce di Pinocchio (e ora i soliti rompicoglioni non stiano a sottilizzare sul fatto che la balena non è un pesce). E stato il degno concludersi di una serie di grandi fatti concentrati in pochi mesi che Sorso forse riprodurrà in affreschi evocativi nelle sue aule istituzionali. Che dire dell’elefante fuggito dal circo equestre per andare a brucare in un giardino privato? Cittadino onorario di Sorso. Che dire dell’immigrato di colore che si è fatto nudo nudo a Marina di Sorso urlando “Allah è grande!” e consentendo così a migliaia di sussinchi commenti blasfemi sui social e in privato? Cittadino onorario di Sorso. Che dire della donna lasciata sola sull’altare dal promesso sposo che porta tutti gli invitati al banchetto di nozze? Cittadino onoraria… ah no! Scusate. Lei è già anagraficamente di Sorso. E che dire infine della balena spiaggiata? Signor sindaco e signori consiglieri di Sorso, accettate un consiglio da un sassarese, anche se la cosa, lo so, vi darà un po’ di fastidio. Prima di darle sepoltura, onorate il fatto che dopo avere visto le meraviglie del mondo sommerso, dopo avere esplorato abissi remoti, dopo avere incontrato esseri fiabeschi di cui forse ignoriamo persino l’esistenza, dopo essere sfuggita ai fiocinatori di Melville, ai profeti della Bibbia e a Geppetto e Pinocchio, dopo avere rifiutato gli onori di ogni tempo e di ogni luogo, ha scelto la vostra Marina. Chi più di lei è cittadina onoraria di Sorso?
(Il disegno di Mussino è tratto dalla prima edizione Marzocco di “Pinocchio”)
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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