Ciò due lauree, ma non ne uso neanche una. Altrimenti starei un po’ più attenta a ciò che accade qui, in Sardegna. Che in bidda i numeri sono tragici, e non solo sulla kultura.
Ciò due lauree, ma non ne uso neanche una. Altrimenti sarei allarmata del fatto che la mia regione, cheddè la Sardegna, che ha investito così tanto in passato sulla formazione terziaria dei suoi laureati, spendendo quasi 118 milioni di euro (centodiciotto) in 7 anni col Master&Back, coinvolgendo 4070 ragazzi in progetti di specializzazione post-universitaria, veda alla fine il 53,3% (CINQUANTATREVIRGOLATRE) di questi giovani vivere fuori dall’Isola, cheddè la mia Isola. Non ne trovano lavoro specializzato qui in Sardegna, o se lo trovano è a tipo fare fotocopie e scegliere se mettersi in tasca due euro o due calci in culo. Allora emigrano, cheddè più dignitoso lavorare spendendo le competenze acquisite e guadagnando per quelle, non per le fotocopie.
Ciò due lauree, ma non ne uso neanche una. Altrimenti sarei preoccupata che a distanza di un anno il 58% dei laureati sardi non lavora, e quelli che lavorano hanno quasi tutti contratti atipici o sono in situazione autonoma, cheddè un modo elegante di dire che sei dipendente ma i contributi previdenziali te li esci tu da solo, mica io. E quelli che lavorano nell’industria sono due gatti, che noi sardi siamo toghi e lavoriamo tutti nei servizi, che la fabbrica è cosa dell’altro secolo, ecchecavolo, mica di ora che siamo niù economi.
Ciò due lauree ma non ne uso neanche una. Altrimenti sarei preoccupata che in Sardegna, cheddè la mia Isola, la percentuale dei NEET, che ne sembra una parolaccia ma non lo è, i quindici-ventinovenni che non ne sono impegnati in alcuna attività lavorativa e non risultano neanche inseriti in un percorso formativo, insomma, non fanno un cazzo da mane a sera, è del 29%: VENTINOVEPERCENTO, quasi uno su tre. Forse sono tutti al bar o a usare twitter, mischini.. che lo so per esperienza che ci vuole tempo e fatica.
Ciò due lauree ma non ne uso neanche una. Altrimenti sarei preoccupata che in Sardegna la percentuale dei ragazzini che abbandonano la scuola dell’obbligo è del 25% (VENTICINQUEPERCENTO, UNO SU QUATTRO), ben 4 punti sopra la media nazionale. Forse vanno al bar anche loro oppure usano twitter, mischini, che ci vuole tempo e fatica di neurone, lo so..
Ciò due lauree ma non ne uso neanche una. Perchè lo so che non è di mia stretta competenza. A me compete solo il gulash, speziato, però.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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