Che la macchina amministrativa guidata dai pentastellati portotorresi non fosse una fuoriserie era evidente.
Una cosa sono i proclami e le promesse elettorali, altro sono i fondamentali della politica, lo sbatterci ogni mattina il muso contro una marea di problemi come quelli in cui è immersa una città complessa come Porto Torres.
E ancora, una cosa è mietere il 73% dei consensi al ballottaggio, altro è confrontarsi con la realtà amministrativa di una comunità dove ci sono circa seimila disoccupati, dove l’economia si regge per la maggior parte sulle pensioni degli ex lavoratori della fabbrica, dove al modello di sviluppo basato sull’industria non si riesce a trovare, nel breve e nel medio e nel lungo periodo, un nuovo modello di sviluppo in grado di far sopravvivere una popolazione di ventiduemila abitanti.
La vittoria del M5S, dovuta più alla volontà di mandare a casa una classe politica inconcludente, autoreferenziale, che aveva esaurito tutta la sua credibilità, che alla convinzione delle reali capacità di una schiera di “giovani” completamente digiuni di politica, dei meccanismi che sono alla base dei processi politici, diffidenti e ostili nei confronti di tutto e di tutti, aveva creato in città molte aspettative, aspettative che stanno via via affievolendo man mano che passano i mesi e ci si accorge quanto inconsistente sia la preparazione, la capacità di programmare e soprattutto l’attitudine al confronto con gli altri soggetti politici e le altre istituzioni che in questo territorio incidono.
In consiglio comunale non vi è stato un intervento di alcun consigliere di questa maggioranza; le commissioni consiliari si occupano di problemi di poco conto; di tanto in tanto qualche incidente di percorso per dichiarazioni inopportune del sindaco o di qualche assessore, che paiono, al pari del loro guru, sempre in guerra col resto del mondo politico, “imbottito di disonesti, mafiosi e collusi”.
E alla fine qualcosa si dev’essere rotto se proprio la capogruppo, Paola Conticelli, l’unica che vanta un minimo di esperienza, avendo militato qualche anno in SEL, di cui è stata anche dirigente provinciale, con un documento al vetriolo prende le distanze dai suoi colleghi in consiglio: «Lo faccio perché si stanno tradendo gli impegni che abbiamo preso con i cittadini. Ho chiesto ripetutamente un deciso cambio di rotta, una programmazione seria e ad ampio raggio per affrontare in maniera determinata la gravissima crisi che stanno affrontando le nostre famiglie, i nostri lavoratori, le nostre imprese. Tutto quello che ho ottenuto sono state offese personali, minacce, gravissime ingerenze nella mia vita privata e nella mia libertà intellettuale che, se servirà, potrò dimostrare».
Addirittura “gravissime ingerenze” nella vita privata…
Ma non basta, le motivazioni delle dimissioni da capo gruppo e dell’allontanamento dalla maggioranza, scrive la Conticelli (la seconda per preferenze del gruppo consiliare pentastellato) riguardano «…un metodo di gestione della nostra comunità, che è esattamente l’opposto di tutto quello che avevamo pensato e proposto in campagna elettorale. Stiamo assistendo ad un incredibile rovesciamento dei ruoli. Consiglieri comunali che non fanno i consiglieri comunali, assessori che non fanno gli assessori, sindaco che non fa il sindaco. Presidente del consiglio che fa l’assessore. Dirigenti e funzionari privi di indirizzo politico. Cittadini non coinvolti nelle decisioni. E nel frattempo si vorrebbe sovrapporre la struttura del Movimento alle istituzioni democratiche».
Tuttavia la consigliera, nel documento affidato ai mezzi di comunicazione, afferma di sentirsi ancora appartenere al M5S e di continuare a rappresentare quei valori all’interno del consiglio comunale, ma «…non posso più accettare imposizioni, censure, malcelati maltrattamenti. Per queste ragioni lascio formalmente la carica di capogruppo al Consiglio Comunale».
Che cosa succederà ora?
Verrà trattata come vengono trattati, nel M5S, tutti quelli che non seguono fedelmente la linea imposta da un gruppo che segue l’ortodossia grillina?
Sarà espulsa, sarà isolata o la frattura si ricomporrà?
Una cosa appare certa, per quanto armati di buona volontà, questi nuovi “politici” non dimostrano di essere attrezzati a governare Porto Torres…
Porto Torres, Paola Conticelli, M5S,
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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