“Durissima la risposta di Amman”
Tutta qui la reazione del democraticissmo giornale La Repubblica.
Sajida-al-Rishawi è stata impiccata stamattina all’alba.
Certo, non è stata bruciata viva.
E stando a quanto ne sappiamo non è stata torturata…
Ci credete?
Sajida-al-Rishawi voleva compiere un attentato suicida per conto di Osama-bin-Laden.
Suo marito l’ha fatto.
A lei era andata male: l’innesco non ha funzionato.
Altrimenti adesso sarebbe “riunita a lui in paradiso”.
Come ha scritto Lercio o chi altro, minacciare un terrorista suicida con la pena di morte è come minacciare Berlusconi con la gnocca.
Il pilota giordano voleva bombardare le postazioni di IS dal comodo del suo aereo.
Gli è andata male.
Adesso l’hanno bruciato vivo.
Quello che voleva fare lui con i criminali di IS.
E coperto di macerie, come voleva fare lui con i criminali di IS.
Un contrappasso.
Perché bruciarti vivo e seppellirti di macerie è quello che fanno le bombe lanciate dai fighetti che pilotano gli aerei.
Strano che nessuno lo noti, il contrappasso riservato al pilota.
Insomma: è sadismo, ma non completamente gratuito.
Esattamente come l’impiccagione della donna.
Una vendetta non interamente gratuita.
Una vendetta che probabilmente a lei–povera scema–sarà sembrata una liberazione.
Adesso troverà suo marito indaffarato con tutte quelle vergini.
E a lei quanti chilometri di minca spetteranno?
Obama parla, a nome di tutti noi, di barbarie.
Ma solo per la vendetta di IS.
Del resto anche nel suo civilissimo paese è legale ammazzare della gente ormai inerme.
A quale sfumatura di barbarie vogliamo fermarci?
A quella della Giordania?
Davvero non c’è alternativa alla barbarie?
Davvero possiamo combattere la barbarie di IS soltanto con un’altra barbarie leggermente sfumata?
E siamo sicuri che ieri quella donna sia stata lasciata soltanto ad aspettare l’esecuzione della sentenza?
Io ero di quelli che dicevano “Né con lo stato, né con le BR”.
Non me ne sono mai pentito.
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