Ci siamo conosciuti in radio, nel 1978, dove mi occupavo di dibattiti politici e musica d’autore. Lo invitai a partecipare ad una trasmissione e mi recai in via Mazzini, la sede del PCI, per accordarci. Mi fece da subito una bella impressione, quelle cose a pelle difficili da spiegare. Enrico Loffredo era una persona attenta, rigorosa, curiosa, comunista. Durante la trasmissione apprezzai la sua passione nell’affrontare le cose, ricordo parlammo soprattutto dei problemi del centro storico, a quei tempi argomento molto discusso ad Alghero. Diventammo ‘quasi’ amici e in quel quasi correva una differenza generazionale e la mia idiosincrasia per i partiti. Ci frequentammo sempre per ragioni lavorative e Enrico non disdegnava mai un’intervista o un intervento in diretta. Quando divenne sindaco scrissi per lui un editoriale su ‘Alghero cronache’, fu una difesa ad oltranza non del suo operato ma della sua cristallina figura. Quelle parole mi procurano più di una critica e accuse di filo comunismo che, per uno da sempre (e per sempre) di sinistra facevano ovviamente sorridere. È stato un buon sindaco in un periodo buio di confusione e di agguati politici (qualcuno direbbe:normale per Alghero) e sempre pronto, quando lo intervistavo, a spiegare le scelte che la sua giunta faceva. Mi chiese, un giorno, proprio in via Mazzini:”perché non ti iscrivi al PCI?”
“Perché siete troppo comunisti” risposi sorridendo. Adesso che Enrico non c’è più mi piace ripensare a quelle giornate trascorse in radio, a quegli strani dibattiti dove, davvero, ci si infervoriva per delle cause legate alla città e non soltanto per difendere il partito o la posizione. Eravamo giovani, eravamo sognatori, riuscivamo ad intravvedere nella saracinesca della vita qualche opportunità. Adesso che Enrico Loffredo non c’è più e molti di noi hanno lo sguardo puntato sul tramonto posso tranquillamente dire:eri un bel comunista, serio e sempre disponibile, attento alle piccole questioni. Eri, davvero, un forte uomo di sinistra, forse uno degli ultimi e con un bellissimo nome. Ciao Enrico.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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