Il 24 febbraio del 2010 un gruppo di cassintegrati del Petrolchimico di Porto Torres, Vinyls, società dell’Eni, decise di dare vita ad una singolare forma di protesta, occupando le carceri abbandonate dell’isola dell’Asinara.
Tale forma di protesta si trasformò nella parodia del noto programma televisivo l’Isola dei Famosi, “L’Isola dei Cassintegrati”, e divenne un fenomeno mediatico di grande effetto. Si ricorderanno i collegamenti televisivi ad ogni talk shaw, non solo italiano.
Si ricorderanno di quel periodo le proteste, caschetto in testa e fischietto in bocca, degli operai della grande fabbrica che minacciava di chiudere.
Si ricorderanno le proteste, la marce, le urla, le botte.
Si ricorderà la disperazione, le promesse, la rabbia, le illusioni, le speranze.
In realtà si chiudeva tutta l’epopea della petrolchimica di Porto Torres, iniziata male con il Piano di Rinascita degli anni ‘60, con le truffe di Rovelli, e finita con il triste disimpegno della più importante multinazionale italiana.
Il 02 novembre del 2011 apparve un articolo dai toni trionfalistici sul Sole24Ore.
articolo Sole24Ore
“Il sogno italiano della chimica verde comincia a prendere forma. E riparte da dove era naufragato vent’anni fa, cioè da un’allenza pubblico-privato. Matrica, joint paritetica tra Polimeri Europa del gruppo Eni e Novamont, l’azienda ex Montedison oggi leader mondiale nelle bio-plastiche (fa capo alla sgr Investitori associati), è nata in Sardegna con l’obiettivo di trasformare il petrolchimico Eni di Porto Torres in uno dei più grandi poli industriali di chimica verde a livello internazionale, capace di sfornare 350mila tonnellate all’anno di prodotti biodegradabili di origine vegetale (intermedi, plastiche, lubrificanti, additivi), partendo dalle coltivazioni locali, in questo caso il cardo, ricavate mettendo a reddito i terreni marginali della Sardegna. Un progetto di filiera, dunque, ma soprattutto un disegno strategico di sistema. (La chimica verde ci consente di disegnare un futuro per Porto Torres – Cesare Peruzzi – Il Sole 24 Ore)”
Il sogno. Trasformare il petrolchimico Eni di Porto Torres in uno dei più grandi poli industriali. Un progetto strategico di sistema.
Per le migliaia di operai cassintegrati, si apriva qualcosa di più di una semplice speranza.
Il progetto, infatti, oltre alla chimica verde di Matrica, prevedeva anche una grande centrale a biomasse, con la previsione di decine di migliaia di ettari da coltivare a cardo, una cultivar ad alto potere calorifico. E prevedeva anche una prima tranche dei lavori di bonifica dei terreni e delle falde appestati di benzene ed altre sostanze tossiche e cancerogene, calcolati complessivamente nell’ordine del miliardo e 200 milioni di euro.
La filiera agronomica si è rivelata, come in tanti altri casi osservati, un rischio molto serio di stravolgimento ambientale e sociale di tutto il territorio, tanto che si sono moltiplicate le voci di protesta, compresa la mia.
Le voci di protesta hanno proseguito anche dopo che l’Eni ha deciso di comunicare la volontà di rinunciare all’impianto a biomasse.
A volte le cose vanno avanti così, per inerzia.
Niente centrale a biomasse: si riduceva parecchio il rischio di trasformare la Nurra e il Sassarese in una sorta di monocoltura di coltivazioni funzionali alla produzione di energia per l’esportazione, a scapito dell’agricoltura.
Resta in piedi il progetto della “chimica verde” di Matrica, già funzionante, insieme ad una centrale di dimensioni più ridotte ancora da realizzare, per alimentare l’impianto. Anche in questo caso è prevista la filiera del cardo, con gli stessi rischi denunciati, ma in proporzione decisamente minori.
Ho avuto la possibilità di visitare Matrica grazie alla delegazione di Slow Food.
Matrica è una fabbrica chimica che produce bioplastiche, tra cui il componente del sacchetto biodegradabile, un brevetto Novamont.
Certamente una fabbrica moderna e, ci è stato spiegato, a basso impatto ambientale.
Abbiamo visitato i locali della fabbrica e gli esterni della struttura. Ci hanno portato fuori a vedere i campi coltivati a cardi. Per il momento 500 ettari contermini a quello che resta del grande petrolchimico. Terreni inadatti all’alimentazione umana, ovviamente.
Certo, a vederlo così, il cardo, fa meno paura.
E’ lo stesso cardo edule che mia mamma rende squisito in padella, con un po’ di farina e una noce di burro.
Per il momento, ci è stato spiegato, Matrica impiega 120 operai, più l’indotto.
Poi a pieno regime dovrebbe occuparne altrettanti, si spera. Forse.
Il sogno. Uno dei più grandi poli industriali. Un progetto strategico di sistema.
Ci sono fabbriche nell’alta Gallura che producono turaccioli di sughero che impiegano il triplo dei dipendenti. Fabbriche, esse si, che utilizzano una filiera locale, il sughero, naturale e tradizionale.
Alcune hanno chiuso e nessuno si è adoperato per la loro “riconversione”.
Riepiloghiamo.
Quasi duemila operai a spasso, con la chiusura del petrolchimico di Porto Torres, che dovevano essere re-impiegati con la “riconversione”.
La Chimica verde impiega 120 persone, forse arriverà, si spera, in tutto, indotto compreso, a 300.
La centrale a biomasse non si farà più, e vabbè, per molti è una opportunità persa, per altri scampato pericolo. Inutile discuterne, non si farà più.
E le bonifiche?
E le bonifiche che avrebbero occupato centinaia di persone?
Da un po’ di tempo sostengo che, stante il perpetrarsi di questo modello di sviluppo, il destino dell’isola è di diventare una sorta di terra residuale, buona per le esternalità ambientali e le attività inquinanti e ingombranti.
Una sorta di discarica.
Finite le materie prime, si raschia il fondo del barile spremendo di territorio, il suolo, considerata la bassa densità abitativa dell’isola.
Da questo punto di vista, la vicenda di Matrica, è perfettamente congeniale a questo modello.
Non me ne vogliano quelli di Matrica, la loro industria chimica è certamente all’avanguardia delle sperimentazioni sui prodotti chimici biodegradabili.
Ma da quando si è insediata, non si parla più di bonificare quel territorio.
Se l’Eni avesse dismesso, senz’altro, il gigantesco impianto petrolchimico, magari trasferendolo altrove come ormai capita alle grandi multinazionali, la bonifica sarebbe stata indifferibile ed urgente.
Ma ora, sul sito occupato dalla fabbrica chimica, è calato il silenzio sul versante delle bonifiche.
Un miliardo e duecento milioni. Mica noccioline, neppure per l’Eni, che è una delle più grandi multinazionali d’Europa.
Noi sardi siamo diffidenti, si sa. Ma in tutta questa vicenda, condita di polemiche, sulla chimica verde, mi sa che ci hanno fregato.
Anche stavolta.
Alla faccia dei cardi di mia mamma e degli operai a spasso.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design