Pochi giorni fa ho scritto questo post: Uomini e magistrati. Esprimevo, a mio modo, un sentimento di pietà umana verso un padre. Un padre colpito nel più profondo dell’animo da un dolore lacerante eppure costretto a risponderne davanti alla legge, che ipotizza una sua responsabilità nella morte della figlia Letizia. Mi appellavo alla clemenza del magistrato, affinché risparmiasse ad un genitore distrutto un’ulteriore violenza. Quel pezzo, oggi, non lo riscriverei. Ho sbagliato e chiedo scusa. Ci sono aspetti di una vicenda tragica che devono obbligatoriamente restare riservati e che dovrebbero imporre il silenzio ad ogni giornalista, quindi non ne farò cenno. Dirò solo che quando ho scritto quel post non conoscevo alcuni retroscena della tragedia, di cui sono stato informato solo nei giorni seguenti. Soltanto in quel momento ho capito che la decisione del magistrato di iscrivere Andrea Trudu nel registro degli indagati era stata attentamente ponderata. So bene quanto un’indagine sia la somma di dinamiche complesse. E so bene quanto, in questi venti anni, certa stampa di regime abbia dato della giustizia un’immagine pessima, rappresentando giudici e magistrati come servi o esseri “antropologicamente diversi”, forzando i fatti fino a stravolgerli pur di togliere agli operatori di Procure e tribunali ogni credibilità. Un procedimento giudiziario è, nella maggioranza dei casi, vicenda così complessa e ricca di sfumature da non poter essere riassunta e semplificata nelle poche righe di un post. Bisogna sapere tutto per esprimere un parere autorevole su eventi così gravi. Io non sapevo tutto e ho azzardato un punto di vista che solo troppo tardi ho scoperto essere superficiale. Chiedo scusa.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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