Ammettiamolo: Salvini è un fenomeno. Più di Berlusconi, più di Renzi, solo per rimanere dentro il recinto degli ultimi anni e lasciando ovviamente fuori la vecchia e ormai rimpianta prima Repubblica. Matteo Salvini ha un atteggiamento istrionesco, come quello di Berlusconi e Renzi, è telegenico, utilizza poche frasi e come i primi due ha un nemico da abbattere, sempre e comunque. Ha pochissimi argomenti (e in questo si discosta dai primi due competitor che discettavano su tutto) e li utilizza benissimo: suona la musica che la gente vuol sentire. Però, a differenza di Renzi e Berlusconi che promettevano l’Eden, meno tasse per tutti, la nuova costituzione, lui ha un approccio simmetrico ai problemi che la gente vive: dice le stesse cose che il popolo vuole sentire. Lui, a differenza di Berlusconi e Renzi, non mantiene un profilo istituzionale (Berlusconi, a dire il vero aveva anche lui un problema enorme con l’etica e Renzi un ego smisurato che adombrava la figura del presidente del Consiglio) ma utilizza toni che si avvicinano ai peggiori bar di Caracas: non glielo manda a dire. Insomma, è un fenomeno. Come lo è stato Mike Bongiorno nella televisione generalista vincendo a piene mani la sfida con Enzo Tortora, come lo è stato Alberto Sordi nei confronti di Marcello Mastroianni. La gente ammetteva che Tortora fosse bravo, studioso, attento alle cose ma poi, a conti fatti, sceglieva gli errori e i doppi sensi di Mike Bongiorno. Siamo fatti così, non della stessa materia con cui sono fatte le stelle, ma di quella con la quale sono costruite le lacrime: “Chiagni e fotti”. E Salvini, da opportunista professionista, lo ha capito benissimo. Applausi sinceri. Così, come nella bellissima canzone di Francesco De Gregori “i muscoli del capitano”, seppure ci sia un po’ di nebbia che annuncia il sole “andiamo avanti tranquillamente”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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