A scuola, quando alla lavagna ci andava Angelo, finivo sempre tra i cattivi. Anche se stavo buono e non facevo nulla di particolare. Quando invece a segnare era Carmelo mi ritrovavo tra quelli buoni. Io e Carmelo – lo dico per onestà intellettuale – eravamo molto amici. Fin dalle scuole medie ho compreso, sulla mia pelle, che essere buono o cattivo non dipende solo dal tuo comportamento ma anche da come ti vedono e ti giudicano gli altri. A volte senza tener conto di molti fattori, a volte per sfortuna, a volte perché hanno ragione.Se partiamo dal presupposto della lavagna dove si segnano i buoni e i cattivi e ci mandiamo con il gessetto in mano un cattolico siamo sicuri che Maometto finisce tra i cattivi e Gesù tra i buoni. Viceversa se ad occuparsi della lista è un musulmano tutto si ribalta. Su certi cattivi la percentuale di consenso è molto alta. Pensiamo, per esempio a Totò Riina, Raffaele Cutolo, Al Capone, Jack lo squartatore. Tra i buoni hanno grandissima empatia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Peppe Impastato, Don Puglisi. Però, anche in questo caso, dipende sempre da chi segna alla lavagna. Me ne sono reso conto in queste settimane di guerra dove il cattivone, per quasi tutti è Vladimir Putin. C’è comunque qualcuno che prova a dire qualcosa di diverso: una narrazione prova a certificare che Putin, proprio così cattivo non è. E comunque anche gli americani sono cattivi, e John Kennedy non era uno stinco di santo e Che Guevara non amava gli omosessuali, e le foibe e i marò. C’è sempre qualcuno che quando viene inviato alla lavagna decide chi è buono e chi è cattivo. Così. Come facevano i miei compagni di scuola ed io diventavo buono per alcuni e cattivo per altri. Il 13 marzo 1974 usciva il secondo album di Edoardo Bennato dal titolo eloquente: “I buoni e i cattivi”. Ci sono delle canzoni di grande attualità adatte a questi giorni dispari: riascoltate “la bandiera”, “arrivano i buoni” e “uno buono”. Un album che ha quasi cinquant’anni e ci riporta a riflettere. I buoni e i cattivi sono una questione sociale, antropologica, storica. Però, anche se Mussolini e Hitler hanno fatto cose buone per me cattivi rimangono. Molto cattivi. E Putin, se devo segnare io alla lavagna, lo metto tra i cattivi. Senza pensarci neppure troppo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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