Non sono tifoso della Juventus e quindi più di ogni altro posso difendere Gaetano Scirea. Meglio: voglio e devo difendere il difensore di una squadra che ha ottenuto, con lui in campo, molti successi e qualche sconfitta come normalmente nello sport accade. Non sono tifoso della Juventus e ammetto che, soprattutto negli ultimi anni, non sono riuscito a “sfottere” i miei tanti amici che parteggiano per i bianconeri. Non sono tifoso della Juventus e non lo sarò mai e non sempre faccio il tifo quando la squadra gioca con altre squadre non italiane perché considero lo sport qualcosa di universale e avoco il diritto di poter simpatizzare per chiunque, isole Fær Øer comprese. Ma, da non tifoso della Juventus (e di tante altre squadre) non sopporto la ferocia, l’inutile cattiveria, la stupidità di persone che decidono di insultare non una persona deceduta (e già questo è terribilmente odioso) ma un uomo che è stato un semplice giocatore di calcio, leale nei confronti dei colori della sua squadra. C’è chi ha chiesto la galera per quelle infami scritte ma sappiamo che non è la soluzione e forse non è neppure utile. A me piaceva l’idea che quando il pubblico (o il popolo, fate voi) insultava un calciatore di colore, l’arbitro o gli stessi giocatori si fermassero sul campo. Sarebbe bello che quel pubblico di tifosi (o il popolo, fate voi) davanti a queste bassezze, queste cadute di stile, queste voragini di inciviltà si alzasse dalle tribune e decidesse di abbandonare lo stadio. Dovrebbe farlo pensando a Gaetano Scirea, un grandissimo calciatore con una classe fuori dal comune.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design