Aveva sempre quel sorriso sornione e un po’ ebete, il prototipo di un personaggio semplice ed esilarante, ma aveva una grandissima spalla: la moglie Sandra Mondaini. Raimondo Vianello, nato a Roma il 7 maggio del 1922, avrebbe compiuto, oggi, i suoi primi 100 anni. Ha rappresentato un mondo antico e forse superato ma è stato, per me, un sincero compagno di viaggio. Quel suo restare calmo davanti alla focosa maestria di Sandrina, quel suo non prendersi mai troppo sul serio è la mia bibbia laica. Aveva i tempi giusti per il palcoscenico e per la vita, sapeva essere ingenuo e furbo, narciso e cinico, inglese e borgataro, senza mai andare oltre le righe. Lo ricordo soprattutto a Pressing, dove la sua spalla era un’esilarante Antonella Elia (non ho mai capito se c’era o ci faceva) e in quella trasmissione si parlava di qualcosa di serissimo e sacrale: di calcio o “futbol” che dir si voglia. Lui la conduceva con una magnifica indolenza, riuscendo a non essere mai serio pur parlando di cose maledettamente importanti per gli interlocutori del suo studio. Non è facile condurre una trasmissione, figuriamoci un’arena di tifosi tutti con la tuta di calciatore, arbitro, allenatore, quarto e quinto uomo. Ne sapeva qualcosa Aldo Biscardi, altra figura iconica del talk show sportivi. La differenza tra lui e Raimondo Vianello era però sostanziale: Biscardi giocava a fare la macchietta caricaturale del suo personaggio, Vianello seppure qualcuno lo considerava macchietta riusciva, attraverso passaggi a volte sublimi, a rimanere attore in un gruppo di presunti esperti ma che, infine, erano semplici macchiette. Come conduttore di show con la moglie era davvero unico e difficilmente mi perdevo una puntata. Come Casa Vianello, una vera e propria soap opera intelligente e ironica. Lui con la gazzetta dello sport e lei sempre pronta a girarsi e rigirarsi sul letto “che barba, che noia; che barba, che noia”. Un vero e proprio spasso. Se ne sono andati entrambi ma non è vero. A me pare sempre di vedere, tra una pubblicità e l’altra, tra un film e l’altro, Raimondo Vianello vestito da Tarzan in una sigla televisiva del suo show dove finisce per sbattersi ad un albero. (ma quanto è forte Tarzàn!) Quella scena mi mette sempre allegria, per la sua astuta , simpatica e piccola semplicità.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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