Certe notti osservo il cielo, sembra uguale al mio, ma ci sono stelle diverse. Più lontane forse. Lo guardo mentre le macchine calde portano quei ragazzi verso il buio, vanno senza sapere capire che le stelle hanno un senso per chi non ha una casa. Sono le tegole della propria esistenza. Si sente anche la musica in lontananza ed io, nonostante tutto, Neil Young riesco anche a riconoscerlo, ma non riesco più a seguirlo.
Certe notti, quando il passaggio dalla primavera all’estate si sente nelle ossa, le voci di quelli che passano sono troppo sguaiate e riescono solo a far cagnara. Sono giovani, vero, belli, importanti infagottati dentro la loro gioventù, tra cosce e zanzare, si perdono in un vecchio orizzonte e scompaiono, come se fossero nella nebbia. Sono racconti di storie che si trovano e che si lasciano. Le conosco quelle ferite da disinfettare. Le conosco perché nella vita precedente, dalle mie parti mi sono anche innamorato, una volta. Ed entravo anche nei bar, quando avevo i soldi. Adesso aspetto fuori e spero in una mezza birra che qualcuno che ha festeggiato riesce a regalarmi. A volte. Certo, dentro queste notti io non ho paura a restare solo. Sono sempre in silenzio e nel buio. In attesa di qualcosa che non arriva. Certe notti vorrei fuggire, non riesco a dormire e penso a quell’altra vita, dove c’era una moglie e dei figli. Questi che passano e bussano nella notte nera sono molto diversi da me. Credono di essere padroni della notte. Ma non è così. Sono giovani tristi, gonfi di vino e parole sbagliate. Loro fanno tardi solo certe notti, io quasi sempre. Non ho più nessuno su cui accovacciarmi e nessuno mi tiene tra le sue tette. Sono notti assolate queste. Dove non si disegnano i contorni. Sarebbe bello farci l’amore fin quando ce n’è dentro queste notti qui. Ma non è possibile. Ho solo cartoni su cui distendere le mie ossa e guardare le stelle. In Africa, adesso che ci penso, sono molto diverse. Anche nella disposizione. Aspetto che passa anche questa nuova notte e ascolto i ragazzi che corrono, allegri, ingordi, ingenui e, forse un po’ coglioni. Mi dicono che questo è il mondo giusto. Non so. Di giorno non lo capisco. Di notte è molto duro. E certe notti è da abbracciare. Magari ci vediamo da Mario prima o poi. Forse.
La canzone “certe notti” di Luciano Ligabue, vista da un clochard. provate a risentirla con i suoi occhi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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