A me Gaetano Quagliariello fa sorridere. Perchè è facile giocare con il suo cognome e lo fanno in molti: “il salto della quaglia”, attribuendo al parlamentare la vocazione di cambiare “casacca”. Ma non è il solo. Questa coerenza granitica che molti politici manifestano diventa poi sabbia che vola nel deserto dopo qualche giro di walzer o passeggiata nei corridoi di Montecitorio o Palazzo Madama. Verdini, dico, ve lo ricordate Verdini? Ecco, adesso si butta a sinistra. mentre Quagliariello si riposiziona a destra. Ma non è così. Tutti, in fondo sognano il grande centro disegnato negli anni da Casini. Tutti sperano nella nuova balena bianca che traghetti questo paese in nuovi porti. Non sanno, poveretti, del disegno rinascimentale del novello fiorentino e che al centro non c’è più posto. Stiamo assistendo, quasi senza accorgercene, ad un assalto al centro di gravità permanente dove gli attori hanno davvero un cappello di riso e canna di bambù in mano. Un centro gonfio di furbi contrabbandieri di parole, gesuiti, euclidei, che si vestono come dei bonzi per entrare a corte del nuovo imperatore (vi ricorda qualcosa?). Insomma, quello che si è capito benissimo è che il centro di gravità è molto affollato da Berlusconi, a Verdini, ad Alfano, a Renzi, passando per Quagliariello che, in realtà, aveva cominciato con Mao. Una lunghissima marcia, la sua. Nel 1981 uscì forse l’album più famoso di Franco Battiato: si chiamava la voce del padrone. Un titolo adatto ai giorni nostri. La canzone “centro di gravità permanete” fu tra le più gettonate nelle radio private di quell’estate. Battiato, grande interprete musicale, è riuscito a capire, più di altri e prima di altri che tutti, prima o poi, sarebbero confluiti in un centro di gravità permanente a cantare, ripetutamente “cuccuruccccuuu Matteo….”
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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