Il Procuratore Fiordalisi, questa mattina, ha sequestrato mezza Costa Smeralda: su 37 tra suite, stanze, piscine e locali di servizio dei principali alberghi di Porto Cervo, Pitrizza e Romazzino sono stati apposti i sigilli giudiziari. Contemporaneamente le perquisizioni si svolgevano anche negli uffici del Comune di Arzachena: uno dei funzionari indagati è stato colto da malore ed è finito all’ospedale. Gli indagati sono cinque, tra questi anche imprenditori beneficiari degli appalti di ristrutturazione degli hotel: cemento fresco, ottenuto grazie a licenze edilizie del 2009 e che ha permesso i considerevoli ampliamenti di queste strutture ricettive.
Ventiquattr’ore prima, Fiordalisi aveva annunciato nel corso di una conferenza stampa di essere a caccia dei 133 milioni di euro nascosti al Fisco all’atto del passaggio di mano della proprietà del Consorzio, ceduta dalla Colony Capital di Tom Barrack alla Qatar holding nel 2012. Secondo il magistrato, la cifra di vendita sarebbe stata molto più robusta rispetto a quella dichiarata. Sono delle accuse che dovranno essere dimostrate e per tutte le persone coinvolte da questo cataclisma vale la presunzione di innocenza, così come vale per l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico Antonello Matiz, arrestato alcuni mesi fa per una presunta corruzione. Quali sono queste accuse e cosa congiunge l’una all’altra? Per la Procura di Tempio l’abuso edilizio commesso per realizzare questi ampliamenti, realizzati con la legge cosiddetta “Piano casa” e finalizzati ad accrescere il valore degli immobili. Cosicché Barrack li potesse rivendere alla Qatar holding ad un prezzo più che raddoppiato rispetto a quello di acquisto, un affare nel quale sarebbe entrata anche la presunta evasione.
Stamattina, quando ancora, non si sapeva dei sequestri negli alberghi e si commentava l’ipotesi di evasione fiscale avanzata dal Procuratore, ho scritto questo post su Facebook, reminiscenza di un episodio del quale fui testimone:
” Non trovo molto da dire sull’inchiesta sulla presunta evasione fiscale in Costa Smeralda. Da qualche parte, però, ho la registrazione di un’intervista a Tom Barrack del 2009. Eravamo nella sala giunta del Comune di Arzachena e, tra le esplosioni dei tappi di champagne, si festeggiava il rilascio delle concessioni edilizie per l’ampliamento degli alberghi della Colony capital. Barrack era ed è un finanziere californiano che si occupa di fondi di investimento: cerca di far fruttare il denaro che gli viene affidato. Quando venne il mio turno, gli chiesi se l’ampliamento degli alberghi non fosse un’operazione per far lievitare il valore del comprensorio in vista di una vantaggiosissima cessione. “Question very stupid” rispose Barrack, anche se l’interprete cercò di ammorbidire l’espressione neutralizzandola con un “poco intelligente” (ma io ci tenni a precisare, in quello stesso momento, che aveva detto “stupida”).
Tre anni dopo, Tom Barrack avrebbe ceduto le quote di maggioranza del Consorzio Costa Smeralda alla Qatar holding. Per una cifra doppia rispetto a quella dell’acquisto, avvenuto nel 2003, o forse anche molto più generosa, se il procuratore Fiordalisi ci ha visto giusto. Dal suo punto di vista e nell’interesse di chi gli affida il denaro, Barrack fece un ottimo affare. Ma forse non eravamo così stupidi come ci si voleva far credere quel giorno, tra il tintinnio dei calici”. Fine del post.
Nel frattempo, i lavori per l’ampliamento degli alberghi (anni 2010) vennero avviati, ma poi sospesi per il ricorso al Tar di alcuni proprietari di una residenza confinante con l’hotel Romazzino. Il tribunale giudicò impropria l’applicazione del piano casa per costruire suites sul mare nuove di zecca, emise una sentenza di sospensione dei lavori ma poi dichiarò cessata la materia del contendere perché i suddetti proprietari e la Colony trovarono un accordo privatistico: l’azione legale venne ritirata e gli interventi edilizi conclusi, ma quell’ordinanza del Tar non venne mai di fatto cancellata.
Appena insediato a capo della Procura di Tempio, Fiordalisi ha iniziato ad indagare su quelle licenze. Circa un anno fa, alcuni investigatori mi hanno chiesto conto di un articolo scritto per il mio blog personale. In quel pezzo, dimostravo come quelli che ufficialmente venivano considerati ampliamenti del Romazzino – secondo la filosofia del Piano casa – erano in realtà strutture residenziali del tutto autonome dall’hotel, costruite a due passi dal mare e affittate a parte, ovviamente alle astronomiche tariffe della Costa Smeralda. Ecco il pezzo: http://francescogiorgioni.blogspot.it/2013/08/due-ville-dieci-metri-dal-mare-aggirare.html
Reati e accuse devono essere dimostrate, l’ho già detto. Quel che è stato dimostrato in modo inappellabile è che l’intoccabilità di cui la Costa Smeralda ha sempre goduto è finita: lo dico perché ci vivo e ci ho lavorato. Sono finite le coperture di politici e burocrati compiacenti e nulla possono, ormai, le mezze figure ambigue specializzate nell’insabbiamento.
La Costa Smeralda è una realtà importante dell’economia sarda. Una ventata di legalità non potrà che rafforzarla.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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