E’ in atto una gara che andava di moda tra i ragazzi di una volta: a chi ce l’ha più lungo o, altra gara, chi piscia più lontano. E con la stessa scempiaggine adolescenziale ci crogioliamo nell’osservare questo gioco ormai superato nei tempi e nei modi. Epperò, a quanto pare funziona e la gente abbocca. Ha cominciato Salvini che per tradizione ce l’ha duro da una vita e quindi lo ha solo allungato: si chiudono i porti, si eliminano i vaccini, si spostano i migranti in Francia, in Spagna, in Venezuela. Non è vero ma l’effetto è quello sperato: la gente ci crede. Ha continuato Di Maio: il reddito di cittadinanza si farà, dovete solo lavorare otto ore la settimana e poco conta che il suo stesso ministro che sta all’economia ha affermato che non sarà possibile. La gente ci crede. Come crede al ministro delle Pubblica Amministrazione che vuole risolvere il lassismo degli statali (altra leggenda metropolitana, ma serve un altro post) prendendo a tutti le impronte digitali così non ci saranno i furbetti del cartellino. Infine il Ministro della Giustizia che promette la certezza della pena quasi a voler dire a tutti che fino ad oggi, in Italia, non ci sia mai stata certezza. Non è vero, ma alla gente questo basta. Tutti applaudono ai novelli Cesari. Poi, arriva Macron che dalla Francia ci ricorda che gli italiani stanno giocando a chi lo ha più lungo e non è vero che esiste un’emergenza migrazione in quanto, rispetto allo scorso anno, gli sbarchi sono calati dell’80%. Questo è vero ma, incredibilmente, nessuno ci crede.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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