“Cazzo, ho vinto io!”. Quando la sua elezione a deputato è passata dall’essere ipotesi concreta a dato di fatto, Nardo Marino è fulmineamente apparso nella chat della nostra redazione con questa meravigliosa esclamazione di puro stupore.
Era l’alba e Nardo aveva appena realizzato di aver compiuto un miracolo, aggiudicandosi il collegio uninominale della Camera in palio in Gallura. Lui, esordiente della politica, contro una corazzata sostenuta da tutti i centri di potere del ricco nord est. Nardo è uno di noi, non solo perché è da sempre un componente della redazione di Sardegnablogger, ma anche per tanti altri motivi che cercherò di spiegare in seguito e, credo, permettono di nutrire ancora fiducia nella politica. Perdonerete, se non abbiamo alcun motivo per nascondere la nostra gioia per l’affermazione di un amico e di un compagno di viaggio che questo successo lo merita ampiamente. Per elementari ragioni di correttezza, il nostro blog non ha speso neppure una parola o un’allusione per la sua candidatura. L’interessato, peraltro, aveva fatto sparire la sua firma da alcuni mesi. Ma, al di là dei convincimenti politici personali di tutti noi e delle riserve verso il Movimento, la stima verso il nostro collega e amico andava oltre le diverse posizioni ideologiche e partitiche: era naturale tifare per lui.
E così la chat di Sardegnablogger, per tutta la notte, è stata come un sentiero di campagna improvvisamente intasato di traffico. L’ansia ci aveva tolto il sonno, tanta era l’attesa per sapere come sarebbe finita. E per tutta la notte ci siamo scambiati aggiornamenti dal sito del ministero dell’Interno, impressioni, voci di corridoio e quant’altro potesse chiarire meglio un quadro incerto. Poi è arrivato quel “Cazzo, ho vinto io!”, scritto da chissà dove – Nardo è sparito dai radar un attimo dopo, senza ulteriori commenti – a dissolvere la tensione in un urlo liberatorio, degno del Tardelli della notte di Madrid.
Nardo è uno di noi, dicevo. Non solo perché fa parte da sempre del progetto Sardegnablogger – in veste di autore e di presentatore dei nostri reading – ma perché è autenticamente uomo del popolo. Io l’ho conosciuto vent’anni fa, quando mi aprì le porte della redazione di Olbia di Cinquestelle Sardegna (un nome, un destino) per le mie prime collaborazioni giornalistiche. È stato il formidabile maestro di un giornalismo aggressivo ma scrupoloso e equilibrato, che alle campagne di stampa per partito preso preferiva studio e meditati approfondimenti sui problemi del territorio. Studio e approfondimenti che gli hanno fornito le credenziali per diventare, oggi, un parlamentare della Repubblica.
Dopo tanti anni di lavoro, come tante persone comuni, si è trovato a dover affrontare la crisi di Cinquestelle Sardegna: una vertenza infinita, dolorosa, sfibrante, chiusa con la cassa integrazione e poi con il licenziamento. Anche se quello di Nardo era un volto televisivo molto conosciuto, il suo dramma è stato lo stesso dramma di tanti uomini e donne qualunque, senza un volto riconoscibile al grande pubblico. Nardo non si è mai pianto addosso, si è messo in discussione e ha cercato di ricostruirsi una carriera: c’è riuscito con le sue sole forze, molto prima di questo primo cimento politico. Per quanto mi riguarda, Sardegnablogger è servita a tenere uniti destini che altrimenti si sarebbero persi di vista nei rispettivi, tortuosi sentieri della vita. Sabato sera abbiamo bevuto un bicchiere assieme nella sua piccola casa di Olbia, lontani dai clamori della campagna elettorale. Sapeva di poter vincere ma ciò non toglie che la sua elezione, per altri versi, resti un miracolo. Pochi territori, in Sardegna, sono roccaforti del centrodestra come la Gallura. E pochi, tra i volti del centrodestra, rappresentano il rampantismo berlusconiano quanto il principale avversario di Nardo: il forzista Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci e consigliere regionale nelle grazie di Silvio Berlusconi, per il quale si è ferocemente battuto il sindaco di Olbia Settimo Nizzi. Sembrava non doverci essere partita: in ogni Comune, il potere consolidato stava con lui.
Fasolino è colui che ha trasformato il suo comune marinaro in una specie di Disneyland: la sirenetta metallica che emerge dalle acque del porto al tramonto, per cantare la sua serenata in limba al turista, la casa di babbo natale aperta anche in estate, il museo sottomarino con statue scolpite ad hoc e, pezzo forte della collezione, il sommergibile giallo per le gite estive negli abissi marini di Golfo Aranci. Una spettacolarizzazione che ha sempre goduto di grande attenzione da parte dei media del territorio, il cui ruolo nell’ascesa di Fasolino è stato determinante. E invece le cose sono andate diversamente. Girando il collegio in camper, chiedendo umilmente di poter conferire con i sindaci per conoscere i disagi delle comunità, l’ex cassintegrato Nardo Marino ha costruito, voto dopo voto, la sua vittoria, scardinando un sistema di potere che sembrava inattaccabile. Certo l’onda travolgente del Movimento lo ha spinto al risultato, ma io credo che molto di più abbia contribuito la credibilità conquistata nei suoi cinquantatré anni di vita. A volte semplicità e serietà valgono molto più di effetti speciali e colori ultravivaci.
Ai lettori: scusateci, se siamo contenti del successo di un amico.
All’onorevole Marino: sappia che non le faremo sconti, come lei non ne ha mai fatti a nessuno da commentatore politico di Sardegnablogger.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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