Ci sono piccoli gesti che meritano l’attimo di un sorriso. In un mondo costellato di insulti, di urla che coprono qualsiasi momento di tranquillità, di minacce, invettive, trovare qualcuno che urli “ti amo” e a ritmo del poeta Catullo diventa una piccola oasi di pace, come sentire Wish you were here dei Pink Floyd dopo Valerio Scanu. Musica dolcissima, giro armonico stupendo perché è bello, in fondo, dire “ti amo”. Però, quello che è successo a Sorso ha dell’incredibile. Lo spasimante, infatti, non si è limitato a scrivere l’ode catulliana su facebook o con un piccolo cinguettio su Twitter. Dovendo utilizzare il latino ha ben pensato di fare le cose “all’antica”: un camion vela, di quelli utilizzati per la pubblicità e nel grandissimo manifesto la poesia: “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio ed excrucior”. E’ il primo verso del carme di Catullo che tradotto in italiano dice: “Odio e amo, Per quale motivo lo faccia, forse ti chiederai. Non lo so. Ma sento che accade, e mi tormento”. L’anonimo innamorato aggiunge, di suo “resta con me… tuo per sempre”. La ragazza, Daniela Ruiu, consigliere comunale di Sorso, non è riuscita a capire chi sia lo spasimante o, comunque, non lo ha rivelato. Sicuramente un’operazione galante e dolcissima. Sono piccole cose che riscaldano l’anima. Non è vero che ci si lascia con un sms o ci si sfancula su facebook o, addirittura, si cancellano tutte le foto del proprio/a ex quasi a voler distruggere un momento che, invece, c’è stato ed è stato intenso. Faccio parte di una generazione che scriveva le lettere e le poesie. Lo ammetto. Ho pianto sopra molti libri e infinite canzoni. Ho sperato che qualcuno riuscisse a leggere il mio messaggio nella bottiglia. Ma mai avrei pensato di utilizzare un maxi cartellone per gridare il mio amore. Forse per i soldi o forse, perché mi sarei più semplicemente vergognato. Per quale motivo lo spasimante lo abbia fatto non ci è dato sapere. Magari bastava un ti amo gettato su facebook o una semplice e antica lettera. Una cosa è certa. Se ha scomodato Catullo la cosa è seria. Anche perché di questi tempi si postano solo frasi insulse copiate su facebook e alcune sono davvero illeggibili. Immagino che il giovane sia uno di quelli che oltre la buona lettura riesca a bussare alla porta di Daniela e dire, semplicemente: “Eccomi. Vogliamo parlarne?” Se non in latino almeno in italiano. E’ difficile oggi trovare ancora persone che si “tormentano” per amore. Scoprire che invece esistono per davvero ci porta a considerare il mondo, almeno per un attimo, un po’ più dolce di come lo vediamo quotidianamente. Tutto il resto, come direbbe un altro poeta “è noia”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design