“Le banche ci portano via le case, è una rapina e il governo è il palo”. Ormai la notizia del decreto sulle ipoteche è passata in questi termini. Ora, mi chiedevo: conoscete qualcuno che fino ad oggi sia riuscito a salvare la propria casa senza avere pagato le rate del mutuo? Se lo conoscete, sareste così gentili da presentarmelo? È sicuramente un genio, se riesce a raggirare le banche. Mi piacerebbe conoscere il suo segreto, perché oggi ho scoperto di essere in rosso sul conto corrente per 809 euro e la prossima spesa al supermercato, che pagherò col bancomat, è come se me la stesse offrendo la mia banca. Certo ho un fido, ma quando scadrà non è affatto detto che mi venga rinnovato e, a quel punto, dovrò riemergere dal rosso. Se uno si impegna con un istituto di credito per acquistare un bene, quel bene è dell’istituto di credito sinché il debito contratto non è stato estinto. È sempre stato così, non vedo grandi novità. Se qualcuno compra qualcosa da me io pretendo che la paghi, esattamente come fa la banca. Le banche hanno sempre portato via le case a chi non restituiva il mutuo, non sono mai state caritatevoli e disposte al perdono. Un’economia capitalista gira attorno ai soldi e alle relazioni tra chi vende e chi compra: nessuno è totalmente libero da questi vincoli. Le banche vendono i loro soldi e tutti noi abbiamo bisogno di soldi. Non cambia molto, ad eccezione del fatto – e non è aspetto marginale – che le banche potranno saltare il passaggio giudiziario per riappropriarsi immediatamente del bene, dopo 18 rate non pagate. Ecco, a me questo invece non è concesso: se devo recuperare un credito, mi è d’obbligo passare dall’avvocato e poi dal giudice. Il più delle volte la cosa si protrae per anni e finisce senza esito. Ora, io pretendo di poter esercitare lo stesso diritto, anche se non è esattamente questo il punto centrale della questione. Il punto è: il governo non ha colpe, dunque, in questa faccenda? No, a me sembra invece che un governo avrebbe dovuto dire e fare qualcosa sul bene casa. Invece ha taciuto e omesso. Ormai totalmente succubi della dittatura liberista, siamo convinti che ogni bene primario debba essere soggetto alle regole di mercato. Ma ci sono beni essenziali che, a mio avviso, vanno garantiti al di là di queste regole, perché attengono alla dignità dell’uomo. Il diritto ad avere un tetto sulla testa deve essere riconosciuto, qualunque possa essere il motivo per il quale un cittadino se ne debba veder privare. Ecco, io dal governo avrei voluto sentire una parola, un commento, la promessa di una misura a favore di coloro che perderanno la loro casa perché non più in grado di sostenere un mutuo. Perché hanno perso il lavoro, perché hanno commesso degli errori, comunque sia andata. Invece silenzio e basta. Se invece ci risponderanno col solito “ce lo ha chiesto l’Europa” (a me risulta, tra l’altro, che il decreto non sia un puro recepimento della direttiva europea), dovremmo davvero chiederci se questa Unione Europea, così com’è, ci serva davvero.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design