E’ vero, una volta si diceva a certe persone “datti all’ippica” ma che Walter (Uolter per gli amici) Veltroni stesse per sciogliere la riserva sulla possibilità di diventare candidato alla presidenza della Lega Calcio di serie A sinceramente non me lo aspettavo. Walter, figlio di un lungimirante dirigente della Rai, cominciò a pane e politica fin da piccolo nella Federazione Giovanile dei comunisti italiani riuscendo a conquistare tutti gli obiettivi: è stato segretario del Partito Democratico, Vice Presidente del Consiglio, aspirante Presidente del Consiglio, contrapposto ad un Berlusconi che riuscì a vincere nonostante gli acciacchi giudiziari ed è stato anche sindaco di Roma. Giornalista, regista cinematografico, ha diretto anche il quotidiano l’Unità che con lui si è americanizzato. Fu quello il periodo della distribuzione dei film in videocassetta unitamente al giornale e, soprattutto, la ristampa degli album delle figurine Panini dei calciatori per la gioia di quei ragazzi (me compreso) che con le figurine ci sono cresciuti. Ammetto che ogni lunedì acquistavo l’Unità per gli album e attendevo, soprattutto, quello relativo all’anno 1969/70 dello scudetto del Cagliari e di Giggiriva cannoniere. Walter (Uolter per gli amici) di calcio ne capisce. Sfegatato tifoso juventino ha più volte discettato su schemi e strategie. Ed è molto autorevole in quel mondo: sembrerebbe che 14 squadre (su 20) abbiano già dato il loro assenso su Veltroni Presidente. Mancano le cinque squadre da classifica compresa la sua Juve ma, riprendendo la canzone di Jovanotti che Walter usò nella sua campagna per la conquista della Presidenza del Consiglio, si può cominciare a dirgli: “mi fido di te” e l’idea non è poi così male. A volte è bello che qualche politico si dia all’ippica o, meglio, al calcio.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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