Caro papa Francesco, mi permetto di scriverti dandoti del tu, e non certo per arroganza o mancanza di rispetto, ma semplicemente perché è la formula più elegante e alta davanti al tuo Dio dell’amore che ci considera due esseri umani, uguali in tutto e per tutto. Ebbene, gentile Francesco eccomi: io sono un omosessuale ateo e anticlericale, bollato in tempi non sospetti come marxista. Ho imparato col tempo a diventare me stesso, come direbbe Nietzsche, senza mai perdere di vista il mio unico obiettivo da quando ho l’età della ragione: avere una faccia pulita di chi si sveglia al mattino e non deve vergognarsi di nulla. E ora, io che sono cresciuto nel Giambellino, quartiere storico di Milano, in questa mio personale film, mi sono immaginato davanti a te, uno di fronte all’altro, come due esseri umani qualunque che cercano di dare un senso alla propria vita, ai propri giorni, qui su questa terra, credendo in quello che fanno e in quello che pensano (con tutte le domande e i dubbi del caso). Non sono dunque un gay alla ricerca di Dio, non cerco perdono e non cerco conforto. Non aspetto la parola salvifica di un uomo che metto sullo stesso mio piano. A molti sembrerà di una tracotanza indicibile, ma non è così. È che non mi serve e i baciapile sono molto più pericolosi di quelli come me, credimi. Il punto è che non cerco la verità, o meglio: non la cerco così come la banalità del senso comune e la fede la intendono. Sono un uomo con le sue miserie, tante troppe forse, e che come tutti gli esseri umani sbaglia, cercando di non annegare in un mondo che, per quanto la natura sia sorprendente e meravigliosa appena la osservi (come molti padri della Chiesa sostengono), fa sempre più orrore e sono anche convinto che appena ti capita di aprire un giornale o semplicemente osservando la gente che ti circonda, è la stessa cosa che pensi anche tu, caro Francesco, anche se alla fine non puoi dirlo per questioni diciamo di protocollo. A me, dunque, la verità mi si scioglie in mano, ogni volta e ogni volta devo ricostruirla. Da quando sei salito al soglio pontificio, tutti ti scrivono. Omosessuali e lesbiche compresi. Vaneggiano una Chiesa rinnovata, moderna. Chiedono una parola di conforto, una benedizione. Una mano che li accolga e li protegga. Personalmente trovo tutto questo grottesco e a tratti imbarazzante, e va da sé che non può cambiare niente nella sostanza, ma solo nella forma. La gente ad ogni modo sogna l’uomo della provvidenza, così tutto diventa più facile. Ma di fatto, quello che osservo è solo una bella lucidata all’argenteria di casa dopo anni di polverosa oscurità. Per questa ragione i temi che hai trattato con il dottor Eugenio Scalfari sono scarsamente interessanti. Le solite questioni legate alla dottrina, al perdono, al peccato, al Concilio Vaticano Secondo, al Dio di Abramo. Niente di nuovo sotto il sole, e in ogni caso tutte cose che non servono a colmare il vuoto che in questo momento l’Occidente vive. L’Occidente implode come in un buco nero, risucchiato da quello che in filosofia chiamano il dominio della tecnica e questo culturame alla amatriciana, per dirla alla Pasolini, non può certo sollevare questioni determinanti il destino dell’umanità. Se poi pensiamo che la politica è tutta occupata a spartirsi il potere con la mafia… alla fine, credimi, non c’è veramente rimasto più nessuno di così folle da voler cambiare il mondo per renderlo migliore. Però una domanda vorrei portela anch’io, una domanda che mi perseguita da quando ho l’età della ragione e che da allora mi ha fatto capire che il vero problema è un altro. Io faccio parte di quella generazione cresciuta con lo sceneggiato Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, una delle cose migliori che questo mediocre regista (per altro molto devoto) ha prodotto, con un cast eccezionale, da Claudia Cardinale a Anthony Queen, da Peter Ustinov e Laurence Olivier. E all’epoca quello che mi affascinò è che da questa fiction emergeva la storia di un vero e proprio «uomo», non un personaggio da favola, un mito o una divinità. Pasolini alcuni anni prima aveva fatto la stessa cosa ne Il Vangelo secondo Matteo, anche se la sua era una prospettiva decisamente più ideologica. Sta di fatto che a un certo punto abbiamo iniziato a capire che Gesù era un rivoluzionario con degli obiettivi etici concreti. Nei Vangeli infatti non troviamo quello che invece si legge nell’Antico Testamento: distruzioni epocali, calamità, genocidi, guerre che il Signore degli eserciti ha ordinato per sterminare intere popolazioni. Nei Vangeli ci sono uomini e donne che si muovono all’interno di una precisa biografia e che raccontano qualcosa che ci appartiene nel profondo. Come un grande romanzo. Anzi, alla fine i Vangeli sono proprio il primo grande romanzo delle letteratura mondiale. Gli scrittori dei Vangeli, infatti, ci hanno messo dentro il rivoluzionario, il potente, il corrotto, il traditore, il rinnegatore, il vigliacco, il vile. Personaggi soffocati dalla crudeltà, dalla stolta avidità umana. Altri incatenati dal proprio senso di colpa. In ogni caso, vite che mostrano il loro cuore palpitante e pieno di sangue. Sono due però le figure che mi hanno da sempre affascinato: la prima, è quella di Giuda, l’uomo lacerato dal tradimento, il suicida, quello che vive sul filo di un rasoio. Senza di lui nulla si sarebbe compiuto, senza Giuda l’umanità non potrebbe raccontare il limite del nostro agire. Giuda, l’emblema del tradimento, giacché è colui che non tradisce semplicemente, ma lo fa con un bacio. L’altro personaggio è la peccatrice Maddalena che compare nei Vangeli avvolta da mille misteri. Io mi fermerò su di lei, senza approfondire le questioni esegetiche, ma per porti l’unica domanda che veramente m’interessa, perché è il cuore di tutta la questione, a mio avviso, e chi lo nega o con imbarazzo lo nasconde, perde una grossa occasione di rendere giustizia al mondo. Prendiamo dunque la nostra Maddalena e portiamola ai giorni nostri. Non si tratta però di una prostituta sfruttata e resa schiava da qualche mascalzone, non è neppure una madre costretta dalla fame a vendere il proprio corpo per dare da mangiare ai figli. La Maddalena che m’immagino ha trentacinque anni, è molto bella e ha scelto liberamente di fare questo mestiere. Ripeto: ha scelto. Questo aspetto è fondamentale. Lavora di sera con clienti di un certo livello. Guadagna molto bene ed è soddisfatta al cento per certo della propria vita. Ripeto: soddisfatta. Non ha mai avuto figli né tantomeno un compagno. Ama il benessere, non lo nasconde giacché le sue entrate glielo consentono. Così dedica la sua mattina alla cura del proprio corpo, per questioni professionali, e alla casa. Fa le classiche commissioni che fanno tutti, pranza con i genitori che aiuta se ne hanno bisogno. Legge molto, ha una cultura medio-alta, con una laurea umanistica. Accorgendosi di avere anche molto tempo libero, un giorno Maddalena decide di dedicarsi agli altri: senza rivelare il mestiere che fa, perché altrimenti la caccerebbero subito, si offre come volontaria in un reparto di oncologia infantile, dove fa piccoli spettacoli di magia per divertire i ragazzini, ma si dà anche da fare in tutte quelle cose che servono quando ci sono dei pazienti così giovani e gravemente malati. Qui appaga tutto il suo altruismo, forse un senso di maternità inconscio, e riesce a dare amore a questi bambini che spesso vede morire. È instancabile, il suo affetto infinito, tutti la considerano una donna speciale, straordinaria. Ecco Francesco, la mia domanda, forse banale e mediocre, è questa: perché la mia Maddalena non può finire d’ufficio nel regno dei cieli? Perché una persona così è considerata una peccatrice? È una domanda che mi faccio da quando ho dodici anni e che non mi ha mai abbandonato. Non riesco a farmene una ragione che al vostro dio interessa solo la questione sessuale. Vuoi dirmi che se la mia Maddalena piuttosto di prostituirsi facesse la commessa in un negozio di abbigliamento sarebbe davvero tutto diverso? Quindi dipende solo dalla sua scelta, ovvero di essersi autodeterminata come una prostituta? Se mai qualcuno ti facesse leggere questa mia lettera, mi piacerebbe veramente sapere cosa ne pensi di tutto questo, perché se la tua rivoluzione dentro la Chiesa partisse da questo elemento, non sarebbe più solo una questione di restyling, ma di un vero tsunami. Verrebbe stravolto ogni sistema di potere! Pensa, potresti arrivare persino a mettere a capo della CEI una donna, oppure una Segretaria di Stato Vaticano. Tu non puoi neppure immaginare quali epocali cambiamenti ci sarebbero sulla faccia della terra ribaltando la questione del genere, altro che la favoletta del gender. Perché le dottrine religiose sono ormai metafisiche sclerotizzate della sessualità umana. Se mai dunque ti considerassi quel folle che vuole salvare il mondo, per me ti basta solo partire da qui: far tornare donna il Dio dell’amore. Per me è l’unico modo per sperare in un futuro. Con grande stima e affetto Paolo Pedote
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design