«Shalóm Nephilím bené shamásh / nur’akúsh ’abaím sa’án / shalóm ’olám’oz hýh / láb Yhw malakím shardán».
La Nuova Sardegna forse cerca di riscattarsi, dopo lo spazio e credibilità dati agli “untori” e pubblica un articolo pieno di lodi per Gigi Sanna, uno dei bersagli preferiti dei calunniatori anonimi.
Io ho sempre ammirato Gigi per il suo coraggio e da molto mi ha convinto che i “nuragici” conoscessero la scrittura, ma …
Ma sono sempre rimasto scettico sulle sue interpretazioni
Giustamente e sanamente scettico, voglio aggiungere, perché la scienza si nutre di dubbi.
Insomma, mi ritrovo nelle parole del cronista, ma per che per me si riferiscono a tutto il lavoro di Gigi: “Un azzardo clamoroso, ma anche un esperimento davvero coraggioso.”
Stavolta Gigi e gli Istentales avranno il loro clamore, ma non il mio amore.
Quei versi azzardati non rappresentano la Sardegna.
Anche se la loro interpretazione fosse giusta, la lingua di 3000 anni fa non mi rappresenterebbe.
L’operazione di Gigi, degli Istentales, ma ancora di più di chi sta dando loro spazio, mi sembra la stessa di quella compiuta da Franciscu Sedda con la bandiera: la rimozione del presente, della Sardegna reale, con tutte le sue contraddizioni, per rifugiarsi in un passato idealizzato che–nella migliore delle ipotesi–avrebbe molto poco a che fare con quello che siamo oggi.
Ma questa volta molto peggio che rispetto alla bandiera di Franciscu.
Molto peggio.
Una fuga nell’esotico e nell’eterno luogo comune colonialista della Sardegna ancorata a un passato immutabile.
Questa iniziativa sarebbe piaciuta a Giovanni Lilliu e piacerà sicuramente agli italiani.
Servirà loro ad esorcizzare il malumore crescente–chiamarlo “proteste” sarebbe esagerato–che si aggira per l’isola.
La miseria, ai sardi, mette il malumore.
Che ingrati!
Ma poi arrivano Gigi e gli Istentales a rappresentarli all’Expo e tutti possono tornare a ridere di sollievo: i sardi? Coglioni erano e coglioni rimangono!
No, caro Gigi Sanna, stavolta chiedo il divorzio.
Non ti amo più!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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