Natale è l’unico giorno in cui mi sento un leader.
Domani sarò il leader, l’uomo che tutti seguono, perché sono l’unico che può guidarli al raggiungimento dell’obiettivo comune.
Saremo in quindici e loro mi obbediranno.
Domani distribuirò insulti, rimbrotti e anche qualche complimento.
E loro accetteranno tutto senza discutere.
Perché io ho la ricetta dei cappelletti ferraresi!
E gli altri—tutti gli altri—devono obbedirmi, se vogliono ingozzarsi di quei fagottini di pasta ripiena.
E puoi giurarci che lo vogliono, ingozzarsi con i miei cappelletti.
Cappelletti in brodo secondo la ricetta di mia nonna paterna, Menegatti Pellegrina, di Migliarino (FE).
L’unica concessione che faccio alle mie radici emiliane.
Io sarò fisso alla macchina per fare la pasta.
Distribuirò le strisce di sfoglia alla squadra e loro le taglieranno a quadratini e ci metteranno il ripieno al centro.
Poi piegheranno il quadratino in un triangolo e il triangolo in un anello, assicurandosi che i margini siano tutti ben chiusi.
Già oggi comincio a preparare il ripieno.
Metto su il brodo.
Un brodo molto concentrato di carne di bue con molti ossi.
Lo lascio a sobbollire almeno per tre ore.
Poi filtro il brodo e ci butto la carne di maiale, il pezzo di coscia di tacchino e i salametti freschi.
C i vorrebbe la salama fresca ferrarese, ma figurati se qui la trovi.
Lascio bollire anche quella carne per un paio d’ore.
Il brodo deve venire grasso e possente, muscoloso: una bomba di colesterolo, ma tanto i cappelletti li mangiamo solo a Natale.
Quando il brodo ha la densità giusta, tiro fuori la carne e la macino molto fine.
Poi ci aggiungo il formaggio, molto formaggio, il pepe nero e la noce moscata.
Molto di tutto.
Devo arrivare a quel sapore un po’ perverso che ho scoperto quando avevo otto anni e per la prima volta ho mangiato qualcosa di diverso dalla cucina sarda.
Tre uova e poi mescolo tutto.
I cappelletti cuoceranno in quel brodo denso e l’unico altro condimento sarà tanto formaggio.
E devono essere abbastanza, se voglio evitare una rissa a tavola.
Le figlie di Edith litigano regolarmente per l’ultima porzione.
Ma anche gli altri non scherzano.
Un giorno all’anno mi sento importante.
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