Oggi che l’invasione dell’Ucraina c’è stata, formalmente annunciata dal presidente russo in diretta televisiva, sono andato a vedermi le reazioni di chi si diceva convinto che la guerra fosse nulla più che un’invenzione, un’allucinazione prodotta dalla macchina della propaganda occidentale al servizio degli americani, desiderosi di fare a botte secondo una loro consolidata vocazione.
Vi dirò che ho trovato solidi punti di contatto tra questi osservatori e certi talebani novax, quelli certi che la pandemia sia un’invenzione creata da occulti demiurghi che decidono le sorti del mondo.Sono convinti, costoro, che il grosso dell’opinione pubblica sia composta da sprovveduti incapaci di farsi un’idea sul mondo e perciò costretti a seguire la rassicurante corrente delle maggioranze. Certo, le maggioranze spesso hanno sbagliato, ma di fronte ad un atto di guerra come quello cui abbiamo appena assistito c’è poco da interpretare.
Sono anche convinti, i soggetti di cui sopra, che quasi tutto quel che ci dicono i giornalisti e gli osservatori sia menzogna, invenzione, racconto funzionale a interessi di parte.Inutile far notare che anche gli analisti meno schierati e più indipendenti avevano più o meno dato la stessa lettura dei fatti, da diversi mesi a questa parte: nazionalismo russo, posizione strategica dell’Ucraina rispetto agli interessi mondiali, concreto rischio di invasione.Oggi è accaduta quella che doveva essere una semplice invenzione.Buona parte di questa gente legge la storia secondo gli occhiali ideologici inforcati per tutta una vita. E quindi gli americani sono sempre cattivi, prepotenti, capaci di inventare qualunque pretesto per lanciare bombe lontano da casa; i russi sono sempre vittime, per definizione dalla parte giusta della Storia.Invece io credo che persone, uomini e circostanze cambino e vadano valutate di caso in caso. E credo anche che la Storia cambi con una velocità vertiginosa, per cui ogni schema del passato difficilmente può essere applicato al presente.Putin non mi sembra molto diverso dal Bush che inventava la panzana delle armi di distruzione di massa per invadere l’Iraq.E comunque non bisogna essere esperti di geopolitica per comprendere che una grande potenza nucleare ha invaso un Paese sovrano, inviandovi le proprie truppe, dopo che per settimane Putin ha soffiato sul fuoco nazionalista negando la storia dell’Ucraina e accusando di nazismo la sua classe dirigente, accusa che fa ridere se si considerano le limitazioni ai diritti civili più volte denunciate in Russia, peraltro agli ultimi posti nel mondo per libertà di stampa (150esima, secondo la classifica di Reporter senza frontiere del 2020).Agli esperti di politica estera ho più volte chiesto, in questi giorni, se l’Ucraina avesse diritto di decidere autonomamente del proprio futuro, al di là delle logiche da guerra fredda e oltre il ruolo strategico che le attribuiscono gli schieramenti.Mi è stato risposto che l’Ucraina è una democrazia infantile e che se sono stati presi accordi in sedi internazionali vi si deve adeguare, anche se questi patti non tengono minimamente in conto le volontà di un Paese sovrano.Qualcuno mi ha anche risposto che la Russia avrebbe avuto tutto il diritto di intervenire militarmente, nel caso in cui l’Ucraina avesse formalizzato la sua richiesta di aderire alla Nato. In fondo, mi dicevano, l’Ucraina ha per presidente un comico, quale autorevolezza le potrebbe mai essere riconosciuta?Tra i filorussi incrociati sulla mia strada anche simpatizzanti del Movimento Cinquestelle, quello creato da un comico.Questi, insomma, sono i nostri campioni di democrazia.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design