Roma, Auditorium Parco della Musica 19 12 2019 Orchestra dell'AccademiaNazionale di Santa Cecilia in prova, Ezio Bosso direttore. ©Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia Foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Ezio Bosso, pianista e direttore d’orchestra, avrebbe compiuto, oggi 13 settembre, 51 anni.Una sindrome neuropatica autoimmune gli ha stroncato la vita il 15 maggio del 2020, all’età di 49 anni. Quanto era bello ascoltare le sue parole, la sua voglia di vita e di musica, quel saper camminare tra i tasti di un pianoforte che davanti a lui pareva lo strumento più bello e musicale del mondo. Quanto era importante il peso dei suoi pensieri, quei colori che riusciva ad infilare tra note e parole sempre ben temperate, sempre accorte e mai banali. Ha affrontato la malattia con un’arma bellissima e intensa: l’armonia delle note. Ha saputo riempire le giornate con il tocco del pianoforte e anche quando le sue mani lo hanno abbandonato, costringendolo a non poterle usare per camminare sui tasti del pianoforte, anche quando il tramonto assolato della vita faceva la sua maledetta comparsa in una giornata trascorsa troppo velocemente, anche quando ha capito che tutto volgeva al termine, è riuscito a rimanere aggrappato alla musica. Le sue nodose mani camminavano sull’aria leggiadre e beffarde a disegnare curve troppo irte e maledettamente storte. Lui chiudeva gli occhi e imbottiva la sua vita di musica. Saltellava tra le note, tra la gioiosità e la giocosità di un pentagramma sempre vicino, sempre pronto a restituire una sonorità intensa tramutata in vita. Ezio Bosso è stato la leggiadria e la leggerezza, la costanza e la forza. E’ stato amore tra gli amori, silenzi sospesi di musica e passione. Lui c’è ancora, c’è sempre. Con la sua infinita musica. Ascoltatelo questo condensato di note astrali perché fa bene al cuore. Buon compleanno Ezio. Perché tu, tra quelle note, ancora ci sei.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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