Sabato scorso sono finito in un paese della Sardegna in cui non ero mai stato in vita mia. L’ho trovato bello, con le sue vie larghe e ordinate, i suoi pittoreschi chiaroscuri, i suoi ampi panorami dagli orizzonti lontani, le cunette delle strade senza traccia di luridume, prive di incuria.
Essendo però vincolato all’obbligo della riservatezza, non posso svelarvi quale sia questo paese.
Come ci sono arrivato? Puri casi della vita.
Ero a Sassari per presentare un libro, quando mi è stato chiesto – non posso svelare da chi, lo facessi si infurierebbe – di mettermi alla ricerca di un numeretto impresso su un certo posto cui sarei dovuto risalire attraverso un indovinello.
Insomma, mi sono ritrovato in mezzo ad una caccia al tesoro.
Funziona così, per chi non lo sapesse: un appassionato di archeologia e enigmistica dissemina una serie di indovinelli in versi, ciascuno dei quali conduce ad un sito archeologico della Sardegna. Una volta individuato il nuriaghe o la tomba dei giganti, bisogna mettersi a cercare il numeretto, che può essere impresso su un muretto o stampato su un cartello stradale.
Gli indizi vengono poi spediti alle varie squadre sarde, ciascuna delle quali ha un capitano.
Bisogna studiare, avere pazienza e spirito di osservazione.
Il problema è che all’inizio sembra quasi una perdita di tempo, ma poi uno finisce con l’appassionarsi e, alla fine, vede schiudersi davanti a sé un mondo nuovo.
Si visitano posti mai visti prima e ci si incontra con componenti di altre squadre, con i quali si ha il divieto di collaborare. E quindi ci si ignora e si usano codici di comunicazione criptata che, in teoria, gli altri non dovrebbero poter decodificare.
Gente che viaggia per centinaia di chilometri alla ricerca di un numero, non solo nei giorni di festa ma anche durante la settimana, alla fine dei turni in ufficio o in fabbrica.
Le strategie corrono sulle chat di whatsapp e se non ti sturi le orecchie rischi di perdere indicazioni essenziali.
Spinto da curiosità, in qualche ricerca mi ci sono impegnato pur’io e, come dicevo, sabato mi sono trovato come un turista a visitare questo paese per me sconosciuto, battendone palmo a palmo l’area su cui si concentrava la ricerca con lo scrupolo di un furiere asburgico.
Duri minuti di camminata, sul cui esito il vincolo di segretezza mi impone un curiale riserbo.
Però è stato bello conoscere un posto nuovo nel quale chissà se la vita mi avrebbe mai portato, non ci fosse stata questa richiesta di aiuto da parte di una mia conoscente componente di una certa squadra.
Il giorno dopo, mi hanno spedito alla ricerca di un nuovo indizio. In un luogo sperduto ai margini di un centro della Gallura, ho trovato un parcheggio affollato come quelli dei centri commerciali nei giorni di festa.
Ho cercato, fino all’esaurimento delle forze, tra gente che fingeva di essere lì alla ricerca di asparagi e coppie che simulavano passeggiate romantiche mano nella mano.
So che gli scettici vorrebbero consigliare a me e agli altri cacciatori un bravo specialista, affinché si curino. Ma è bene che vi rassicuri: non si fa nulla di male, si sta all’aria aperta e si esercitano immaginazione e intelletto.
Meglio questi cacciatori silenziosi, di quelli armati di fucile che, prima di una scampagnata, ci costringono a tutti i possibili scongiuri.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design