Avrebbe compiuto 92 anni, proprio come mia madre, la bellissima Audrey Hepburn (4 maggio 1929 – 20 gennaio 1993) quella che per tutto il mondo è ricordata per il film “vacanze romane”. E’ l’icona della freschezza, di una leggerezza ormai scomparsa, è la passeggiata tra il Colosseo e Piazza Venezia, Fontana di Trevi e Piazza Navona. Quella Roma divenuta in quegli anni molto più laica e meno papalina. Quell’immensa e dolcissima Roma, capitale della bellezza, dell’osservare stanco, del meriggio assolato e del ponentino sempre pronto ad accompagnarti. Come gli occhi di Audrey, quel taglio di capelli, quel sorriso trasportare, quello “charme” da vera principessa, quel saper gestire i movimenti, il tocco di una femminilità pura, eterea, eterna. Mia mamma, attrice mancata, aveva sempre un paio d’occhiali scuri ed enormi e amava inforcarli come Audrey. I suoi capelli erano lunghi ed ondulati ma amava trasportarsi nel palcoscenico della finzione. Ho amato moltissimo Vacanze romane e l’ho apprezzato nel tempo. E’ una visione onirica della città forse troppo distratta da quel mondo popolato dai vitelloni felliniani, dagli intellettuali impegnati a passeggiare in via Veneto o sorseggiare un aperitivo da Rosati. Lo faccio spesso quando vado a Roma. Partire da Via Nazionale, girare per via Veneto e chiudere gli occhi: da qualche parte c’è Audrey Hepburn insieme a Gregory Peck. Poi mi avvicino alla fontana di Trevi e cammino tra i vicoli sino a raggiungere il Pantheon, luogo da me particolarmente amato. In quei marmi, in quelle strade, in quei sanpietrini sparsi nel centro storico di Roma c’è Audrey Hepburn e anche un po’ mia madre con quegli occhiali enormi e la sua voglia di camminare rumorosa e felice sul palco della vita.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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