Oggi l’affaire Budelli si è arricchito di un paio di passaggi importanti. Il giudice che avrebbe dovuto pronunciarsi sull’aggiudicazione, ha rinviato il tutto al febbraio del 2017, e questo potrebbe avere effetti importanti sull’intera vicenda. Un ritardo enorme, all’Italiana, che secondo me potrebbe anche vanificare la precedente sentenza del Consiglio di Stato. Nel frattempo il Parco dovrà mantenere in custodia il bene. Ma riavvolgiamo il nastro. Ricorderete che negli ultimi due anni è successo un po’ di tutto: i vecchi proprietari escono di scena e il tribunale mette all’asta l’isola. Michael Harte, un ricco neozelandese appassionato di scogli se la aggiudica per farci –pare- un laboratorio all’aperto, così come ha fatto in altre proprietà simili. Il Parco si mette di traverso per esercitare il diritto di prelazione e riesce a trovare 3 milioni di euro tra le pieghe del bilancio statale, in barba alle leggi sulla finanza pubblica che scoraggiano l’acquisto di patrimonio immobiliare. Il Partito democratico ci mette del suo dividendosi in due tronconi e mille schegge, tra commissioni ambiente e bilancio delle due Camere, finché il Parlamento non partorisce un topo gigantesco grazie al quale Budelli, dopo che per centocinquant’anni è stata privata, diventa improvvisamente pubblica. Gli ambientalisti salottieri dei palazzi romani avevano anche raccolto decine di migliaia di firme per dire che Budelli doveva restare pubblica. Peccato che Budelli sia sempre stata solo privata.
Harte, il nuovo proprietario, aveva fatto ricorso al TAR e aveva perso. Non contento, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato e aveva vinto. Il Consiglio di Stato aveva ribaltato il giudizio del TAR, dicendo che il Parco non poteva accaparrarsi Budelli perché non aveva un Piano di gestione. Il punto è che il Consiglio di Stato è giustizia amministrativa, mentre il giudice che si è occupato dell’asta giudiziaria è magistratura ordinaria. In teoria dovrebbe tener conto della sentenza del Consiglio di Stato. In teoria. In pratica potrebbe succedere che, slittando tutto di quasi due anni, il Piano del Parco in dirittura d’arrivo potrebbe disinnescare la sentenza del Consiglio di Stato, basata proprio sull’assenza di un Piano del Parco.
A questo proposito vale la pena dire che la redazione di questo Piano era in corso da tempo e che, dopo l’inizio della vicenda Harte, il colore di Budelli sulle carte del Parco era passato da giallo a rosso: riserva integrale con grado massimo di tutela. Un aumento virtuale, in quanto il Piano è ancora lungi dall’essere approvato. Un aumento anche scongiurato, almeno per ora, visto che il nuovo Consiglio direttivo ha deciso di riportare Budelli al grado di tutela che ha avuto fino ad oggi, in modo da consentire che venga visitata liberamente. Il discorso non vale per la Spiaggia Rosa, che resta off limits. (la foto che vedete ritrae la Spiaggia ed è di Fabio Presutti)
Oggi però, oltre a queste novità giudiziarie, c’è da registrare la presa di posizione dell’On. Gian Piero Scanu. L’Ex Sindaco di Olbia sembra preoccupato per possibili pressioni volte a favorire un privato nell’acquisto dell’isola, e con un’interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e dell’Economia chiede che cosa intenda fare lo Stato per garantire che Budelli resti pubblica.
Io invece non capisco una cosa. Anzi, più di una. Non capisco perché Budelli sia considerata più importante di Spargi, che rispetto a Budelli è più grande, più bella, più integra e altrettanto privata. Perché scaldarsi tanto per Budelli e non chiedere invece l’acquisto di Spargi? Inoltre, se l’intervento di capitale privato per di più straniero in un ambito –la tutela dell’ambiente- che siamo abituati a considerare pubblico spaventa il deputato olbiese, come mai lo stesso non ha sollevato perplessità per la vicenda del Mater Olbia? Voglio dire, anche lì si tratta di accettare o rifiutare l’arrivo dall’estero di capitali e idee sul territorio Gallurese, per fare qualcosa che dovrebbero fare le istituzioni (da una parte cure e posti letto, dall’altra laboratori di ricerca sulla biodiversità). Mi viene il sospetto che nelle due vicende si siano usati pesi diversi. Nel caso del Mater Olbia, Scanu usa lo sguardo da stratega del politico di lungo corso che pensa alle ricadute per il suo territorio. Nel caso di Budelli invece veste i panni del tattico, e cerca di anticipare tutti nel prossimo pasticcio che il Partito democratico potrebbe combinare sul Parco Nazionale e su La Maddalena.
Un pasticcio che è già nell’aria.
Alla prossima puntata.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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