Oggi la spiaggia rosa di Budelli non esiste. O meglio, ne esiste qualche rimasuglio. La spiaggia vera e propria in questi giorni è stata divorata dalle onde e sciolta sul fondo del mare. L’uomo c’entra poco o nulla, almeno per quanto riguarda le cause più prossime. Infatti non siamo di fronte all’erosione provocata dalla costruzione di un porto o di una diga, in grado di alterare le correnti e il moto ondoso, costringendo l’energia del mare a cercarsi nuovi equilibri. Nulla di tutto questo. Semplicemente, il fortissimo vento di questi giorni, che ha oscillato più volte tra Greco (Nord-est) e Tramontana (Nord), ha causato una mareggiata violentissima che si è portata via la sabbia scoprendo le rocce di quel tratto di costa.
Il custode dell’isola, Mauro, ha messo sulla sua bacheca FB delle bellissime foto di questo impressionante fenomeno, spiegando con alcuni commenti quanto esso sia, tutto sommato, normale.
In una delle foto si vede un enorme tronco d’albero, portato dal mare alcuni anni fa e rimasto sepolto sotto la sabbia fino all’altro giorno. L’esposizione del tronco insieme alle foto del gradino formatosi e a quelle delle onde in arrivo, danno un’idea della forza esercitata dall’acqua.
L’inverno è la stagione in cui le spiagge si svegliano e riprendono a vivere. Le mareggiate, le piogge, il vento, muovono la sabbia, la spostano, la rinnovano con altri detriti prodotti dall’erosione di monti, colline e fondali. Di questo è fatta una spiaggia, di roccia polverizzata dal tempo, alla fine di un ciclo durato magari milioni di anni. E di frammenti di organismi, come nel caso della Spiaggia rosa, colorata dai gusci tritati di piccoli animali marini.
L’inverno è ancora lungo, e le prime ponentate serie rimetteranno ogni cosa al suo posto. O meglio, sposteranno la spiaggia per l’ennesima volta dal fondo del mare alla costa.
Fino alla prossima mareggiata di Greco-Tramontana. E così via.
Perché scrivo questo?
Perché è bastata una mareggiata per farmi sembrare ridicoli anni e anni di dibattiti tra ambientalisti e antiparco, tra fronte del si e fronte del no, di discussioni sui divieti di accesso, sul vandalismo di chi si porta via la sabbia, sui politici che fanno passerella e su quelli che preferiscono il cemento alla tutela.
Tutte cose sensate, per carità. Cose legittime, come tutto ciò che una civiltà produce, in termini di regole e di conoscenza del mondo.
Purché non si perda di vista l’universo di cui siamo, tutto sommato, ospiti di poco peso.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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