Troppi, su Budelli, stanno dicendo fesserie, e tutto lascia pensare che siamo solo agli inizi.
Ormai la storia va avanti da giorni e sarebbe anche divertente, se a questi non andasse dietro anche un quotidiano autorevole come la Nuova Sardegna. Quali sono queste fesserie?
Innanzitutto una: che i vincoli di tutela su Budelli fossero stati abbassati. È una balla, una bugia totale. La verità è che i vincoli su Budelli oggi sono gli stessi di venti, dieci, cinque e due anni fa. Sono gli stessi vincoli stabiliti dal DPR istitutivo del 17 Maggio 1996. Con questi vincoli non sono consentiti aumenti di volumetrie ma solo restauri conservativi. Con questi vincoli Budelli è protetta.
E tra poco i vincoli aumenteranno. In modo razionale o in modo talebano, ma aumenteranno.
Infatti due settimane fa il Consiglio Direttivo, che sta lavorando al Piano del Parco, ha approvato un aumento delle tutele sulla Spiaggia Rosa e sulla costa occidentale dell’isola, che è una zona di nidificazione. Il resto di Budelli continuerebbe ad essere protetto come lo è stato fino ad oggi, senza cambiamenti di sorta. Il Presidente del Parco aveva provato a proporre un aumento dei vincoli che avrebbe reso Budelli una riserva integrale in cui gli stessi residenti sarebbero potuti entrare solo accompagnati da una guida. Ma era stato un aumento virtuale, deciso in solitaria dal Presidente –quando governava senza un Consiglio- e respinto dalla Regione perché non giustificato da dati scientifici e comunque mai entrato in vigore. Era un sogno talebano fatto da chi si diverte a giocare all’ambientalista tenendo l’uomo fuori dalla natura, praticamente il peggiore errore commesso dalla cultura occidentale negli ultimi duemila anni: separare senza motivo l’uomo e il suo ambiente pensando di fare un favore ad entrambi e creando invece, ad entrambi, danni enormi. Un errore che purtroppo si è tentato di perpetrare anche nel Consiglio Direttivo odierno. Dentro una cagnara indescrivibile e con un pasticcio procedurale da repubblica delle banane, il Presidente e alcuni disorientati consiglieri hanno tentato di ribaltare il voto di cui sopra, con una forzatura che morirà di fronte al prossimo vaglio della Regione e del Ministero.
Quello che alcuni schiumogeni di professione (e purtroppo anche la Nuova Sardegna) continuavano a spacciare per un calo dei vincoli era dunque in realtà un aumento razionale dei vincoli stessi. Qualche schiumogeno più difettoso degli altri, già stasera, bevendosi l’informazione del Presidente Bonanno, sta invece cantando vittoria per un ulteriore aumento dei vincoli talebano, che se passerà potrà favorire al massimo Michael Harte, ma che penalizzerà tutti i sardi, compresi i maddalenini, che non potranno più visitare Budelli se non accompagnati da una guida.
Spero che qualche caporedattore della Nuova legga queste considerazioni e ne tenga conto.
Un’altra cantonata l’ha presa chi dice che su Budelli fosse o sia in arrivo una colata di cemento. Questa più che una bugia è una favola, una cosa che non esiste. Sulla base di una brochure che ha lo stesso valore legale di una rivista sul tavolino del barbiere, gli stessi schiumogeni di cui sopra hanno paventato raddoppi di volumetrie e chiusura di specchi acquei alla navigazione.
Ero presente alla riunione svoltasi al Ministero dell’Ambiente martedì scorso ed ero presente al Consiglio Direttivo odierno, e quindi parlo con cognizione di causa. E dico che tutto quello che è stato detto per allarmare o farsi pubblicità gratuita è completamente falso.
Innanzitutto la disciplina degli specchi acquei è competenza del Parco, della Regione e della Capitaneria di Porto, che agiscono in modo complementare. Anche una cozza capisce che nessuna brochure, così come nessun giornale del barbiere, può essere presa come base per illazioni di alcun tipo. Per porre limiti alla navigazione, infatti, serve una richiesta di autorizzazione e, magari, anche l’autorizzazione. Peccato che non esistano né la richiesta né l’autorizzazione. In secondo luogo un raddoppio di volumetria, in Italia, non viene deciso dal proprietario ma semmai autorizzato dagli enti preposti (Parco, Comune, Soprintendenza) in base alle regole. Al momento non esiste alcuna richiesta di approvazione di progetti di nessun tipo. In ogni caso, su Budelli, non sono possibili raddoppi di volumetrie ma solo restauri conservativi.
Ho il sospetto che tutta questa polemica su Budelli serva solo a impallinare la preda grossa, che è il Piano del Parco. Da vent’anni, tutti quelli che hanno amministrato l’Ente, e in particolare l’attuale Presidente Bonanno che guida il Parco dal 2006, non sono riusciti a portare a compimento questo lavoro. Dal Giugno 2015 però si è insediato un nuovo Consiglio Direttivo. Un Consiglio che, come dice la parola stessa, ha deciso di “dirigere” le scelte dell’Ente e farle approdare a qualcosa di concreto. Un Consiglio fatto soprattutto da abitanti del territorio che, guarda caso, sono anche competenti in materia di navigazione, pesca, conservazione delle risorse naturali, educazione ambientale. Un Consiglio Direttivo il cui lavoro oggi è stato tradito (così come quello dei tecnici), con un colpo di magia nera che avrà i suoi strascichi politici e amministrativi. Chi spaventa l’opinione pubblica con bugie e spettri mira in realtà a ostacolare la pianificazione del territorio, in modo da lasciare l’Arcipelago senza regole e avere altre estati caotiche come quella appena trascorsa, in cui l’Ente Parco non è stato capace neanche di proteggere il mare di fronte a Budelli dalle ancore delle imbarcazioni, così come non è stato in grado, in questi anni, di proteggere Budelli e Caprera dall’epidemia che sta colpendo in maniera gravissima i Ginepri, i Lecci, i Corbezzoli e altre piante della macchia.
Ricordo a questo proposito che il pasticcio procedurale che si è tentato di far passare oggi in Consiglio Direttivo e che morirà su qualche scrivania della Regione, avrà come solo effetto quello di ritardare l’approvazione di un Piano di cui molti, soprattutto il Presidente Bonanno, hanno paura. Paradossalmente proprio il Presidente Bonanno e i suoi provvisori seguaci, sono dunque i migliori alleati di Harte, il privato che ha appena acquistato Budelli. E lo sono per due motivi. In primo luogo perché con i loro arzigogoli ritarderanno l’approvazione del Piano, e proprio l’assenza di un Piano è stato il motivo che ha consentito ad Harte di vincere in tribunale e acquistare l’isola. In secondo luogo perché se Budelli dovesse restare classificata come zona TA, cioè riserva integrale, i comuni mortali non potranno entrare se non accompagnati, mentre Harte, i suoi ospiti e gli studiosi da lui scelti potranno usufruire dell’isola a differenza di tutti i sardi. Se mai questo dovesse accadere, bisognerà ringraziare sia l’On. Mauro Pili che il Presidente Bonanno.
Viceversa, se e quando il Presidente Bonanno inizierà a occuparsi di tutela dell’ambiente e lascerà perdere la fantapolitica, forse staremo meglio tutti. Soprattutto Budelli.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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