“…in tottue faghen’ s’òu…” (fanno l’uovo ovunque). Piero Marras, in una delle sue tante degnissime e famose canzoni, “Istrales”, si riferisce a quelli che cercano sempre il carro del vincitore abbracciando le cause più disparate e disperate, tesi ed antitesi.
Uno si immagina subito il politico o i suoi “attendenti”, pensa a quelle persone talmente prive di dignità dal non mostrare nessun genere di problemi o vergogna a stare un po’ da una parte e un po’ da quella opposta. Ed è così, in parte.
Perché a pensarci bene, questo gioco delle due facce, del “Giano bifronte”, del cambiare opinione ad ogni grado di variazione del vento, o di occultarla, l’opinione, all’occorrenza, è pure il gioco tipico della nostra “informazione”. Sia di quella isolana che nazionale, anche se nel resto del continente non è che la verità imperversi, ma quantomeno si possono trovare ancora dei paesi dove le opinioni di tutti hanno il rispetto che meritano e per questo non si cambiano i nomi ai partiti e le regole ogni tre giorni.
I nostri mass-media più importanti, nell’isola, soffrono tutti di questa sindrome da “consenso preconfezionato”, vi ascolti e leggi di tutto ma difficilmente trovi ciò che realmente ti interessa (o dovrebbe interessarti), un quadro netto della situazione.
Molto spazio ai pettegolezzi, dove il condizionale è convitato di pietra, ad articoli e servizi che sanno più di gossip che di notizia, evidentemente scelte e concordate le domande nelle interviste. Totalmente vuote poi, certe serate passate a riempirsi le orecchie davanti ai talk show dove si dice di tutto ed il contrario di tutto, poi vedetevela da voi. Opinionisti ed editorialisti in totale asincronia con quanto scritto e detto sino al giorno prima dalle loro redazioni e testate che danno spazio e voce a politici in totale contraddizione con quanto agito nei loro mandati.
Come “ripararsi” da tutto ciò? Premetto che non credo assolutamente si debba evitare di ascoltare e leggere di tutto, il nemico bisogna conoscerlo e controllarlo, ma che serva probabilmente adottare uno dei principi fondanti del giornalismo stesso, quello del chiedersi ripetutamente, ogni volta che ascoltiamo o leggiamo qualcuno, la domanda cruciale che ogni bravo giornalista si pone: “perché mi stanno mentendo?”.
E correre poi a ricercarsi quanto è possibile conoscere in materia, se l’argomento vi interessa, ma sarebbe meglio porsela sempre, quella domanda.
Ad esempio, vi state per caso chiedendo che fine hanno fatto i palestinesi, i libici, gli iracheni, gli afgani, i siriani in questi giorni? Anche il tacere, il nascondere, sono armi proprie della menzogna, in ogni caso nemiche della verità.
Ma intanto quella, la verità, è scomoda e viene sempre a galla, solo qualche “subacqueo volante”, gente un po’ particolare, riesce a vederla prima, sommersa. E continua a raccontarla ben prima che affiori, anche se in pochi gli credono.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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