Non credo che Manlio Brigaglia nutrisse un profondo disprezzo nei miei confronti ma neppure una stima esagerata, convinto come era che l’essere stati asini a scuola è una condizione alla quale difficilmente poi si rimedia. E ben sapendo, come mio professore, che io a scuola ero un asino, non me l’ha mai nascosto. In sostanza voleva dirmi che pur non essendo finito a cantare gobbule nelle bettole del centro storico in cambio di un bicchiere di vino, non potevo illudermi di fare grandi cose nel campo intellettuale. Ed è stato questo uno dei più grandi tra i mille insegnamenti – volontari e involontari – che il professor Brigaglia mi ha impartito dal primo giorno del mio liceo sino al giorno prima della sua morte: se ti mancano le basi non è che tu possa salire più di tanto, tuttavia una serena coscienza dei propri limiti aiuta molto a superarli. E da questo discendeva un altro insegnamento: visto che comunque fai un mestiere per cui ciò che dici in qualche misura circola, non ti compiacere della tua asineria, cerca di convincere i giovani a non ripetere i tuoi errori. Ho pensato a lui e un pochino anche a me leggendo l’intervista concessa dal regista Paolo Virzì a proposito di quella che Fruttero&Lucentini chiamavano “la prevalenza del cretino”. Virzì, bravo intellettuale, fa un’analisi davvero acuta dell’efficacia degli strumenti del neopopulismo italiano, categoria che comprende i 5 Stelle e la Lega di Salvini. Cavalcando il nostro fascismo antropologico, ottengono il consenso utilizzando l’odio e il disprezzo, rivolgendosi a ogni individuo con questo messaggio: ciò che va male non è mai colpa tua, è sempre colpa degli altri. Un modo davvero persuasivo, chi si sente escluso può sfogare la sua rabbia senza sentori di colpa. Un metodo fascista di creazione del colpevole, dove all’ebreo si sostituiscono ora il negro ora l’intellettuale di sinistra. Anzi, l’intellettuale tout court , essendo in questo mondo populista tutti gli intellettuali, per loro essenza, di sinistra. Virzì sostiene quindi che il segreto di questa grande affermazione in particolare dei 5 Stelle è la vendetta del mediocre. Aggiunge che nella sua Livorno tutti quelli che andavano male a scuola hanno ora improvvisamente delle cariche pubbliche. Per Virzì il M5S è questo: la rivincita di quelli andavano male a scuola. E’ una provocazione, naturalmente, se detta nei modi e termini appunto provocatori usati da Virzì. Ma l’analisi è sostanzialmente giusta e verificabile nell’autoesaltazione dell’ignoranza che si trova nelle migliaia di commenti social che sono il paradigma della grande maggioranza di italiani che sostiene questo Governo. “La rivincita di quelli che andavano male a scuola”. E’ uno degli innumerevoli motivi per i quali ringrazio il professor Brigaglia. Per avermi ficcato in testa con il martello talvolta doloroso ma sempre affettuoso della sua ironia che io non dovevo covare un senso di rivincita ma di colpa per non avere studiato quando niente mi impediva di farlo e tutto mi spingeva a farlo. E questo insegnamento mi impedisce ora, almeno spero, di contribuire a quella prevalenza di cui parlavano Fruttero&Lucentini.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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