Quando è stata l’ultima volta che avete saltato un pasto? Voglio dire: quand’è stata l’ultima volta che avete saltato un pasto perché non avevate nulla da mangiare, frigo e dispensa vuoti, manco un centesimo nel portafogli per comprarvi un pezzo di pane, nessun parente o amico alla cui porta bussare per chiedere un posto a tavola? Lo avete mai saltato un pasto? Mettetevi sulla bilancia, oppure guardatevi allo specchio. Di quanto siete in sovrappeso? Dieci chili? Venti? Quante volte avete deciso di mettervi a dieta? Da dove state leggendo queste righe? Da uno smartphone, da un tablet, da un computer? Quanti cellulari avete avuto in vita vostra? Quando avete acquistato l’ultimo? Quanto costava? Qualcuno vi impedisce di scrivere su Facebook “Governo ladro”? A quanti anni vostro figlio ha avuto il suo primo telefonino? A quanti la sua prima playstation? Ce l’avete un televisore? Un’auto? Un tetto sulla testa? Quando è stata l’ultima volta che avete dovuto rinunciare ad un gelato, perché non potevate permettervelo? È mai capitato che abbiate invitato qualcuno a cena senza che neppure una briciola di cibo avanzasse e finisse nel sacchetto della spazzatura?
Se spesso saltate il pasto per pura miseria, se il vostro frigo è vuoto, se il frigo non ce l’avete proprio, se non avete casa, se avete dimenticato il gusto di un gelato o di una pizza, se non vi siete mai potuti permettere un telefonino, se la vostra vita è un elenco di privazioni, non cancellerete il vostro digiuno lanciando bombe contro i centri di accoglienza per migranti. Perché loro sono come voi, anche se cercano di farvi credere che non siano di carne, ossa e spirito come voi. Non è a loro che dovete chiedere giustizia. Non avrete di più odiando chi ha meno. Se un giorno andrete a chiedere al Comune il cibo e l’assistenza sociale che vi spettano, come spettano ad ogni essere umano in un Paese civile, avrete puntati addossi gli indici di chi oggi, assieme a voi, lancia bombe contro i migranti: “Eccolo, vive di assistenza, alle spalle dei contribuenti!”. Un motivo per odiare lo si può inventare sempre.
Se invece non avete mai saltato un pasto, se non vi siete mai fatti mancare un oggetto o un gelato, avete più di quanto sia necessario per vivere. Se siete in sovrappeso avete più di quanto sia necessario per vivere, se non siete in sovrappeso ma siete sempre a dieta avete più di quanto basti per vivere. E se lanciate bombe contro i migranti non è perché i migranti vi privino di qualcosa, ma perché non sarete mai abbastanza soddisfatti di quel che avrete. E dovrete inventarvi un nemico, per spiegare agli altri e a voi stessi come mai non avete quel qualcosa in più che vorreste. Vi siete guadagnati tutto onestamente col vostro dignitoso lavoro e non dovete spiegazioni o sensi di colpa? Bravi. Ora lasciate anche agli altri il modo per conquistarsi quella dignità.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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