Una settimana fa, esattamente il 17 dicembre scorso, sulla stampa e sui giornali on line dell’isola è comparso un articolo in cui si dava notizia che il tribunale di Cagliari aveva dichiarato non ammissibile la Class action presentata dal “Comitato per l’Acqua in Sardegna” contro Abbanoa. Nello stesso articolo si faceva riferimento agli utenti di Sassari, di Porto Torres, di Alghero e si diceva, riportando stralci di un comunicato di Abbanoa, che “la responsabilità derivante dalla non potabilità dell’acqua non può in alcun modo essere ascritta al Gestore del Servizio Idrico Integrato, atteso che detta problematica risulta riconducibile allo stato di vetustà e degrado delle condotte idriche delle quali la stessa società odierna convenuta ha solo la gestione, mentre la proprietà permane agli Enti locali consorziati nell’autorità d’ambito“. Ebbene, il comunicato diramato da Abbanoa, e riportato dalla stampa, contiene delle vere e proprie falsità. E’ vero che nell’ordinanza del tribunale viene riportata quella locuzione, ma è altrettanto vero che tale locuzione è un’eccezione formulata dalla difesa di Abbanoa e non utilizzata dal tribunale quale argomento posto a fondamento della decisione. Ancora, Abbanoa nel suo trionfalistico comunicato afferma, facendo intendere che la decisione del tribunale fosse fondata sulla seguente affermazione: “La tariffa applicata è determinata dalle Autorità d’Ambito (in Sardegna l’Egas) e non comprende, tra le componenti di costo impiegate per la determinazione, il requisito di qualità dell’acqua fornita dal Gestore idrico“. Anche di questo il tribunale, nell’ordinanza non tiene conto. La decisione di non ammissione dell’azione di classe è fondata solo ed esclusivamente sul “difetto del requisito della omogeneità dei diritti tutelati“. In altri termini i problemi di Sassari, di Alghero e di Porto Torres non sono gli stessi. Proprio a questo proposito, al contrario, si deve sottolineare ciò di cui Abbanoa si guarda bene dal fare, cioè che il provvedimento del Tribunale contiene una pronuncia di rigetto implicito delle tesi difensive prospettate da Abbanoa che non trovano accoglimento nel percorso argomentativo dei giudici. Ancora una volta, come abbiamo verificato più volte in passato, siamo di fronte ad una vergognosa manipolazione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria e ad una evidente violazione del diritto dei consumatori – utenti, diritto ad una adeguata e corretta informazione sancito dall’articolo 2 del Codice del consumo, che Abbanoa spesso ignora. Qual è lo scopo di questa disinformazione, parzialmente raggiunto? Quello di far credere che la Class action avviata un anno fa dagli utenti di Porto Torres fosse stata rigettata. Invece no!!! Il Tribunale di Cagliari deve ancora pronunciarsi sulla Class action che riguarda i cittadini turritani, i quali sono fiduciosi in un pronunciamento positivo, non foss’altro per i gravi disagi che hanno dovuto subire in sei anni di acqua non potabile, maleodorante, sporca e inutilizzabile per qualunque uso umano. Si metta il cuore in pace Abbanoa, i portotorresi continueranno a darle mattana.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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