Un paio di giorni fa abbiamo sentito il bisogno di spiegare che non è necessario seppellire sotto uno strato di asfalto e cemento le coste della Sardegna per considerarla una regione civile, tantomeno per poterla definire turisticamente appetibile. Abbiamo aggiunto che non ci interessa ospitare gente che confonde civiltà e anarchia. Abbiamo cercato di spiegarlo al signor Giovanni Ciasullo, il turista che aveva pubblicato su youtube un video nel quale invitava a boicottare la Sardegna, scegliendo altre destinazioni per le vacanze. Perché questo odio verso la Sardegna? Perché era stato multato per divieto di sosta sulla strada di Liscia Ruja, spiaggia della Costa Smeralda, in un tratto in cui il divieto è esposto con vistosi cartelli. Il post “Lettera al signore che vuole boicottare la Sardegna per una multa”, nel momento in cui scrivo, ha avuto 23 mila visualizzazioni sul sito Sardegnablogger.it, 2152 condivisioni ed è rimbalzato su altri siti di informazione dell’Isola, quali Paradisola.it e Tottusinpari. E allora? E allora, quel video pesantemente offensivo da qualche ora è scomparso: o è stato rimosso da youtube o non è più visibile. Meglio così.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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