Dopo la scrittrice Savina Dolores Massa, fervida attivista per i diritti umani, anche Sulaiman Hijazi è stato bloccato. Il suo profilo è stato oscurato, da mesi era vittima di continue segnalazioni. Sulaiman è un ragazzo palestinese che vive da anni a Cagliari e ha eletto la Sardegna a sua seconda patria. In questi mesi faceva informazione, o contro informazione, visto la vergognosa manipolazione dei media, sulla crisi palestinese, sull’assedio alla città palestinese di Gaza, all’eccidio continuato di civili inermi, tra cui donne e bambini. Un eccidio scatenato, come si ricorderà, dal pretesto di un rapimento di alcuni ragazzi israeliani tuttora avvolto nel mistero. Naturalmente una informazione drogata e manipolata ha tentato di giustificare, con arrampicamenti sugli specchi persino ridicoli, questo eccidio di persone confinate dietro il muro, con il terrorismo di Hamas, che ad un certo punto ha deciso, con i limitati mezzi a disposizione se paragonati ad uno degli eserciti più forti del mondo, di rispondere. E’ davvero inquietante, lo dico da studioso del comportamento umano, analizzare le reazioni suddite degli uomini di fronte al potere. E purtroppo per i palestinesi, il potere sta dalla parte dei sionisti. Sulaiman non faceva altro che testimoniare. Certo la sua era una testimonianza partecipe, passionale, ma pur sempre tale. Pregava, nella sua bacheca, di stare tra le righe, di non eccedere. Nonostante le immagini del suo popolo devastato dalla distruzione e ridotto in macerie, Sulaiman urlava l’ingiustizia al mondo ma senza trascendere in quel desiderio di vendetta che, chiunque di noi, avrebbe accolto. Le segnalazioni ripetute al profilo FB di Sulaiman dimostrano che la verità si può combattere solo con la violenza, l’inganno, la falsità e l’ingiustizia. Chi chiede giustizia si troverà sempre un muro di ipocrisia e di ingiustizia a combatterlo. Ma gli uomini di buona volontà non si arrendono. Non si arrende Sullaiman e non ci arrendiamo noi.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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