Sono passati soltanto tre anni dall’addio di Salvini al governo sostenuto con i cinque stelle. (Il lodo Papeete, lo ricordate?) Sembra un secolo fa. La politica è mestiere complicato, costruito da accordi firmati con il sangue ma, a conti fatti, sono sempre scarabocchi sulla sabbia, come la vecchia canzone di Franco IV e Franco I (ho scritto t’amo sulla sabbia).In questa piccola era geologia abbiamo assistito al cambio di casacca di Conte e Di Maio i quali, senza quasi colpo ferire, hanno acconsentito a sedersi sul tavolo degli antichi nemici (i pidioti di Bibbiano) per poi rifare tutti i giochi con una girandola di quasi tutte le forze politiche e cadere, miseramente, poco prima del traguardo. C’eravamo tanto amati, arrivederci e grazie. Come le tante coppie che prima o poi scoppiano (Totti e Ilary, Amendola e Neri, Shakira e Piqué) ci si lascia con degli strascichi giuridici difficili da ricomporre. E, come tutte le coppie scoppiate che si rispettino, ognuno ha da mostrare al mondo la sua parte di verità inconfutabile, in aperto contrasto con quella divenuta in giro di pochi attimi la parte avversaria. Detto questo mi ha sorpreso l’innamoramento di una certa parte della sinistra-sinistra nei confronti di Conte: meglio lui di Calenda e Letta che, in fondo, sono due vecchie volpi democristiane. Mi hanno stupito (ma in amore, è vero, tutto è possibile ed io sono un inguaribile ingenuo) le dichiarazioni di Silvia Prodi, nipote del più famoso professore, che ha votato contro la mozione Fratoianni, insieme ad un buon 39% del partito Sinistra italiana. “L’unica alleanza in grado di battere le destre era quella con il movimento cinque stelle”, ha rimarcato insieme ad altri 300 militanti del partito. Poi, per non far mancare niente al succulento piatto della sinistra ecco la separazione poco consensuale tra Letta e Calenda. In realtà quell’unione sembrava amore ma, per dirla con Troisi, era un calesse. A questo punto mi arrendo. È vero, non bisogna solo imparare ad amarsi ma anche a lasciarsi, almeno con un pizzico di classe (Chiedete ad Ornella Vanoni e Pacifico).Le idee, (eufemismo) almeno a sinistra, mi paiono poche e molto confuse.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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