Oggi, 2 febbraio, si commemorano la morte del filosofo Bertrand Russell e quella del mafioso Enrico De Pedis, detto Renatino. Dei quali quest’ultimo venne sepolto all’interno della Basilica romana di Sant’Apollinare con deroga speciale concessa dalla Chiesa in virtù dell’attività di benefattore svolta dal capo della Banda della Magliana; il primo invece venne cremato e le sue ceneri date al vento che infuriava sulle colline intorno al villaggio gallese dove era spirato tra il sollievo dei clericali delle più varie chiese di confessione cristiana.Un’altra differenza consiste nel fatto che Russel morì (1970) nel suo letto per una broncopolmonite all’età di 98 anni e che la notizia comparve sui giornali di tutto il mondo con commossi approfondimenti nelle pagine culturali; mentre De Pedis morì (1990) su un motorino, preso alle spalle da una pallottola di rivoltella e la notizia comparve sui giornali italiani in cronaca nera con commenti piuttosto neutri sul piano della commozione.Qual è dunque la differenza agli occhi del cristianesimo? Difficile ogni valutazione di natura teologica e filosofica. Si può soltanto stare ai fatti. Il premio Nobel ritenuto il più grande filosofo nel Novecento (mi riferisco a Russell, De Pedis credo non abbia mai avuto riconoscimenti dalla Fondazione svedese) deve alla separazione netta dei poteri tra gli stati e le chiese e all’abolizione delle varie inquisizioni cristiane, da quella cattolica romana a quelle protestanti, il fatto di non essere stato appeso per le braccia dietro la schiena e poi arso vivo. Non era ben visto in quegli ambienti. In particolare, dopo la pubblicazione verso la fine degli anni Cinquanta di alcuni saggi raccolti sotto il titolo “Why I am not a Christian”, veniva giudicato alla stregua di Maometto, Giordano Bruno e Stalin messi insieme. Dai clericali, dico. Perché personalmente dei primi due io ho grande rispetto e per il martire di Nola nutro anche sconfinata ammirazione umana e intellettuale.Il fatto che i concetti di Russell su etica, solidarietà, tolleranza, ragione e via dicendo altre simili banalità fossero tra i più alti nella storia del pensiero veniva considerato di marginale importanza rispetto a certe sue considerazioni sul ruolo delle religioni dalla nascita dell’umanità sino ai tempi in cui scriveva, con proiezioni anche per il futuro immediato, cioè i giorni nostri.Se i parenti di Russell avessero chiesto un posticino per il cadavere a Sant’Apollinare, probabilmente la Chiesa cattolica romana avrebbe accampato desolate scuse sull’agibilità della basilica o si sarebbe appellata ai limiti imposti dal decreto napoleonico sulle sepolture nei recinti urbani. Se avessero tentato con Westminster c’è da pensare che la Chiesa anglicana – con il consenso della Corona, proprietaria dell’immobile – avrebbe fatto presente costernata che in abbazia, tra Edoardo il Confessore, i diversi re Enrichi ed Edoardi, Newton, Dickens e altri così, non era rimasto neppure uno spazietto sotterraneo accanto alle tubature.Quando invece la famiglia De Pedis inoltrò domanda per la tumulazione del congiunto nella basilica romana, venne esaminata con severo puntiglio l’opera omnia filosofica e letteraria del defunto, e non essendosi trovato alcun riferimento irriguardoso nei confronti della religione cristiana, si concesse.D’altro canto a casa sua ognuno fa entrare chi vuole.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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