Nel giugno scorso, alla formazione della giunta Raggi, SardegnaBlogger si soffermò soprattutto sulla centralità della scelta di Paolo Berdini come assessore all’Urbanistica, da molti altri valutata quale confusa parte di un confuso populismo che, da opposizione, diventava di governo. Il senso della nostra riflessione era che Berdini, iconica espressione della cultura urbanistica e ambientalista della sinistra italiana, non era da ritenersi un sottoposto di Grillo o della stessa Raggi, soprattutto se questi avessero voluto contrastare la sua guerra all’anarchia cementizia che, a parere dell’urbanista, ha provocato la rovina economica e morale di Roma. Al centro della sua battaglia era, ed è ancora, la deroga al piano regolatore per ammettere più cubatura intorno al gigantesco progetto del nuovo stadio. Allora SardegnaBlogger scrisse: “Garantirgli indipendenza non basterà. Bisognerà anche garantirgli appoggio e protezione. Berdini non ha litigato soltanto con l’editore del Messaggero Gaetano Caltagirone o con i tifosi della Roma per le sue critiche al nuovo stadio, ha nemici anche più pericolosi nel clima mafioso di Roma, se si pensa a quanto un personaggio simile per la prima volta in un posto di estremo potere e autonomia possa danneggiare gli interessi diretti e indiretti dei tanti palazzinari che agiscono nell’illegalità. Sapranno la sindaca e le nuove categorie politiche che la sostengono, oltre al dissenso che sono riusciti a intercettare, appoggiare e proteggere la vera rivoluzione romana, che sarà quella dell’urbanistica di Berdini?” E ancora “… la sua è l’unica vera dichiarazione di guerra a Mafia Capitale. Lui lo sa. Lo sa anche la Raggi? E come si comporterà quando l’urbanista sceriffo nato e cresciuto nella sinistra comincerà a bloccare il consumo del suolo e fare strame della politica delle deroghe? Secondo me sono queste le vere domande ed è qui il senso da studiare, da scoprire, di questa piccola rivoluzione elettorale. Berdini è a livello nazionale il simbolo dell’hic Rhodus hic salta che i cittadini ora rivolgono ai Cinque Stelle. Fateci vedere di che cosa siete capaci”. Ora mi viene da pensare che “Hic Rhodus…” lo disse qualcuno all’atleta spaccone che sosteneva di avere compiuto un balzo da un piede all’altro del Colosso: “Non c’è bisogno che chiami testimoni, fai conto che Rodi sia qui, adesso, è tutto molto semplice, salta!”. La Raggi e 5 Stelle non hanno saltato, non hanno sostenuto Berdini e quindi non sono balzati fuori, liberandosi con un prodigio atletico dall’oscuro mondo del cemento romano. E un pezzo importante del loro elettorato in questi giorni lo sta constatando con preoccupati commenti. Il senso degli ultimi avvenimenti romani è tutto qui. Indubbiamente c’è l’imbarazzante aspetto umano di quell’intervista. Ma chi ha portato Berdini a questo stato di confusa e disperata solitudine? Chi l’ha lasciato solo contro i signori del cemento che lui pensava di essere stato chiamato a combattere? Berdini, come molti intellettuali che hanno una visione alta della politica, è rimasto ferito dal contatto con la “vera” politica italiana. E questa malinconica vicenda dimostra che la Raggi e molto di ciò che rappresenta ne fanno parte a pieno titolo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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