Bar zona porto di Cagliari. C’è una ragazza molto dolce che serve al bancone. Si è appena data il turno con un collega ad occhio più veterano di lei, almeno in questo locale. Entra una coppia di africani, un lui e una lei, umilissimi. Avranno la mia età. Chiedono se è possibile ricevere banconote in cambio di moneta. 10,15 euro…cifre contenutissime. La ragazza che serve al banco apre la cassa. Il collega che ha appena staccato ma che è ancora nel locale, chiede cosa vogliano quei due . Lei glielo spiega. Lui, arrogantissimo, chiede loro di andare altrove, magari nel locale accanto…”perché non abbiamo bisogno di monete”. Il primo bar al mondo che non ha bisogno di monete, sembrerebbe. La cameriera lo guarda male. Poi accompagna la coppia nel locale accanto ma con scarso esito. Forse è chiuso. La ragazza dolcissima torna, fruga nella sua borsa e riesce a cambiargli almeno parte di quelle monete. I due ragazzi vanno via. Lei chiede al collega il perché di quel comportamento. Lui attacca due tre frasi “no sense” alludendo al fatto che magari i soldi sono falsi, oppure che “chissà che origine abbiano”. E che nel dubbio meglio non cambiarglieli. Lei gli dice che è un atteggiamento razzista, che quelli saranno soldi della carità cristiana. Lui, spalleggiato da un altro cliente, dice “sì sì, sono razzista”. Con orgoglio. Sono tornati. Sono intorno a noi. Sono in mezzo a noi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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