New York, novembre 1959, prima mondiale di Ben Hur. A Sassari arriva l’anno dopo. A ve lo ricordate Ben Hur? Quello della corsa delle quadrighe, che al loggione del Verdi quando Messala gli tirava la frustata in faccia ci sollevavamo tutti come un sol bambino -Basthardhu! E che quando lo stesso Messala veniva mortalmente calpestato dagli stalloni del carro da corsa, si udiva sempre la stessa voce solitaria dalla platea -E che quei cavalli ti caghino pure. Una maledizione biblica. Non so se avete notato che uso l’imperfetto: gli tirava la frustata, ci sollevavamo, veniva calpestato: azioni del passato prolungate o ripetute nel tempo. Nel senso che il film non è che ce lo guardavamo una volta e poi ce ne andavamo a passeggio. Il biglietto a quei tempi si sfruttava. Se non mi sbaglio costava un po’ meno di cento lire, che non erano bruscolini che ce li avevi tutti i giorni. Quindi ci si metteva in fila per il loggione subito dopo pranzo, si salivano le scale di corsa per prendere i primi posti (tanto poi si stava sempre in piedi a fare casino) e si usciva dopo tre proiezioni in ritardo per cena, cosa che faceva incazzare mamma. Di Ben Hur, ora che ci penso, forse le proiezioni erano soltanto due, perché era lungo come la fame e se accennavi a trattenerti per la terza, arrivava la maschera, tale signor Carboni, a buttarti fuori a calci in culo. Ci conosceva tutti -Aiò, fuori! Loriga, Filigheddu, Poddighe, Oggiano… via! Andate a fare casino fuori e fate sedere la gente che è in piedi. Ben Hur restò a Sassari non so quante settimane e si tornava a vederlo con un po’ di rammarico perché sottraeva tempo meglio speso a “Ercole e la regina di Lidia”, con Steve Reeves e soprattutto Silva Koscina, il cui mini peplo che ogni tanto rivelava pezzi di mutanda provocava i primi, misteriosi turbamenti preadolescenziali. Il fatto è che Ben Hur non è che lo capissimo bene e sino in fondo. Sinché c’erano la corsa delle quadrighe o la battaglia navale, figurati, tanto di cappello. O anche la scena con tutti i lebbrosi che la carne gli cadeva a pezzi. Ci piacevano molto, quasi quanto Maciste. Ma tutto il va e vieni delle amicizie e dei tradimenti, della famiglia lontana, della madre malata e balle varie, boh… un po’ noioso. Poi, ogni volta, mi lasciava perplesso l’incontro di Ben Hur con Baldassarre, il re magio rimasto disoccupato dopo la nascita di Gesù, che mi chiedevo che cosa ci facesse fuori dal presepio. Io tra l’altro avevo a casa un presepio che mamma giudicava sacrilego. Perché una volta tornai a casa con un mucchio di statuine nuove destinate a rimpinguarlo. E sapendo lei che non potevo avere i soldi per comprarle onestamente, capì che le avevo rubate alla Upim di piazza Sventramento (piazza Mazzotti e/o Colonna Mariana). Tuttavia allestì il presepio e da allora riusò pastori oranti, pecorelle e altri figuranti per anni e anni, tirandoli fuori dalla scatola di latta della Motta, scuotendo la testa e guardandomi ogni volta con muto rimprovero. Ma di restituirle non se ne parlava. Non era scema, neppure lei. Insomma, quando Ben Hur se ne uscì dalla balle, fu la volta di “Dracula il vampiro” con Christopher Lee. Che era vietato ai minori di quattordici ma siccome avevo uno zio che lavorava nell’amministrazione del Verdi, riuscii a entrare lo stesso. Gente, se quel film lo vedete ora vi mettete a ridere, con quei canini da Lilly e il Vagabondo. Ma allora faceva davvero cagare. E mi cagai. Specialmente la notte, solo nel mio divano letto in camera da pranzo, che pensavo al deposito di bare dell’impresa di pompe funebri Zuddas, vicino a casa mia, che di giorno le usavamo per giocare e capitava anche che ci nascondevamo dentro le casse tra l’incazzatura dell’impresario in persona e di un dipendente, un certo Lullo, che si diceva che durante la campagna d’Africa fosse stato punto dalla mosca tse tse perché all’improvviso, nel bel mezzo di un’azione o di un discorso, prendeva sonno. Quindi capitava di sentire il principale che urlava -Lullo, ischudi a fora chissi pizzinni chi si so’ cuadi torra indrentu li bauri. Lullo, Lullooo! Cazzu, torra drummidu ti sei? Insomma, di giorno si giocava con tutto, anche con le bare, perché allora non è che c’era Nintendo 3DS o ti iscrivevano a baby basket. Ma la notte, quando usciva Dracula, erano cazzi.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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