Bello poter chiamare un taxi con l’app, sapere quanto spendi in anticipo e comunque mai più di cinque euro per andare dalla periferia al centro, per circa quindici minuti di percorso con traffico nella norma. Bello, in alternativa, sapere che c’è sempre Uber a disposizione. Bello poter scegliere di raggiungere due capitali europee divise da poco più di 100 km salendo su un bus Flixbus e spendendo 5 euro con biglietto acquistato e da mostrare sullo smartphone. Bello scoprire che il wi-fi è praticamente dovunque, gratis e aperto. Bello, viaggiare.
Poi ritorni in Italia e non ci sono Uber né Flixbus e il wi-fi te lo devi cercare col lanternino. Vivo in una città dotata di porto e aeroporto e i taxi sono talmente cari che non ti viene neppure in mente di chiamarne uno. Tutto intorno a noi la ruota gira; qui si ferma perché la lobby di turno decide che non si può fare. Governi di inetti, per paura di perdere piccole fette di consenso elettorale, preferiscono penalizzare la massa degli utenti.
Ti accorgi di quanto siamo fermi ogni volta che varchi il confine e trovi servizi pubblici che funzionano e città organizzate per farti vivere il tuo tempo senza patemi. L’era del digitale ha rivoluzionato il nostro modo di intendere il lavoro. Ci sono nuovi problemi ma anche nuove opportunità. In Italia si è scelto di “cristallizzare” il mercato del lavoro, di evitare l’inevitabile o comunque rallentarlo, mettendo paletti e contrastando con le armi della burocrazia e i salassi fiscali tutto ciò che non viaggia sui binari morti della nostra economia.
E così della new economy ci prendiamo solo i costi. Le opportunità, da buoni italiani, le lasciamo gli altri. Bello, viaggiare.
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