Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. La data venne indicata dall’ONU in memoria del primo raduno internazionale femminista, tenutosi a Bogotà nel 1980. La data del raduno non era casuale: era stata scelta per ricordare le vittime di una carneficina: tre donne dominicane che si erano fieramente opposte alla dittatura di Rafael Trujillo, una delle più crudeli che l’America abbia conosciuto.
Le sorelle Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa Mirabal erano belle, colte, intelligenti, determinate e pagarono con la vita, insieme ad altre 50.000 persone, l’essersi opposte a una delle tante forme che l’alleanza tra capitale e estrema destra ha assunto durante il XX secolo.
Attive nel movimento clandestino “14 Giugno”, vennero scoperte e arrestate con i rispettivi mariti all’inizio del 1960. Rilasciate dopo sette duri mesi passati nel carcere “La 40”, il 25 novembre di quello stesso anno, mentre si recavano a far visita ai mariti ancora detenuti, vennero sequestrate da una squadraccia, portate in una piantagione di canna da zucchero e uccise a colpi di bastone.
L’idea di Trujillo era eliminare il fastidioso problema di queste donne ingombranti. In realtà, l’indignazione provocata dalla morte delle Sorelle Mirabal fu benzina che infiammò la resistenza fino alla destituzione violenta del dittatore, appena un anno dopo.
Per chi è sardo, il nome di battaglia delle tre donne può suonare particolarmente dolce: si facevano chiamare “Mariposas”.
Una quarta sorella, Bélgica Adela, non coinvolta negli arresti, è morta nel 2014.
La storia delle sorelle Mirabal è raccontata nel romanzo di Julia Alvarez Il tempo delle farfalle che a sua volta ha ispirato il film di Mariano Barroso In The time of Butterflies, con Salma Hayek.
Chiudo con un dubbio, che voglio condividere: mi chiedo se l’Arabia Saudita, amica degli USA, e il Qatar, amico dei Sardi, festeggino qualcosa il 25 novembre.
Ho provato a cercare notizie in rete, ma non ho trovato niente.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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