Devono aver sorriso quando si è presentato con la sua Lucille da quelle parti. Si devono essere guardati intorno per capire come funzionasse quest’uomo corpulento e immenso che mischiava il blues e il Rock, tanto da costruire un nuovo modo di intendere la musica. Lucille era la sua legendaria Gibson 335, una chitara dalla quale non si seprava mai. Perché sapeva addolcirla bene Lucille, sapeva come pizzicare le corde dell’assonanza e della melodia. Era un solista, un po’ come Eric Clapton con il quale aveva suaonato in un album del 2000. Ma aveva suonato con tutti e per tutti: molti di loro, tra l’altro, navigano da tempo tra la musica e l’universo. Vagava per il mondo B.B. King tra concerti e sudore, a calpestare mille palchi accarezzando la sua Lucille. Era l’ultimo grande vecchio del genere afroamircano, suonò anche al cospetto di Papa Giovanni Paolo II. Lui era nato per la musica ma, come in tutte le favole nere che si rispettino, da piccolo dovette guidare trattori e raccogliere cotone. Combattè pure la seconda guera mondiale e ancora cotone al suo rientro. Poi, d’improvviso appare Lucille, quella vera. Una donna contesa da due uomini che si sfidano per averla. Arriveranno a bruciare il locale dove lui si stava esibendo. Riuscirà a salvare la sua chitarra e, da quel giorno, la sua Gibson 335 diventerà Lucille.Sua e di nessun altro.
Devono aver sorriso quando ha imbracciato la sua Lucille. Non potevano dirgli che la chitarra, da quelle parti, non poteva entrare. No, non potevano. E quindi, con lui, con il grande B.B. King è partita anche Lucille. Da quelle parti avranno la fortuna di sentirlo ancora suonare quel blues che accarezzava i corpi sino a farli oscillare. Dalle nostre parti riusciremo a colorare le nostre intense giornate con qualche colpo di pennello alla B.B.King. Un ricordo che è musica e sudore.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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