“Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse”. Partiamo da questa affermazione dell’Onorevole Santanchè e al netto di tutte le furie ideologiche la domanda, semplice semplice è questa: “Perché ci sono dei lavoratori che attendono un TFR che, a quanto pare, non è mai stato erogato e nessuno, tra i politici che sostengono questo governo abbia avuto la grande idea di chiedere e di appurare se questi lavoratori, per esempio, dicano la verità. Nessuno ha mai verificato perché la verità è quella raccontata dai lavoratori. L’Onorevole Santanchè, quando si produce nella sua autodifesa in Senato, non capisce (o fa finta di non capire) che il trattamento di fine rapporto è del lavoratore che, negli anni, ha versato i contributi per avere il saldo o quando si licenzia o quando, finalmente, va in pensione. Questo modo di ragionare e di difendere l’indifendibile (non ha rubato nulla, non esageriamo) è figlio di un garantismo sdrucciolo e di un’etica inesistente. L’onorevole Santanchè ha rubato il futuro ad alcune persone. Non c’entra nulla l’avviso di garanzia, l’ipotetico rinvio a giudizio. Non è questo il punto. La domanda è semplice: può un ministro della repubblica difendersi come se fosse un comune gatto Silvestro che si arrampica sugli specchi? La questione è semplicemente politica. Il collegio dei probiviri di fratelli d’Italia dovrebbe osservare la questione da questo punto di vista. Semplicemente da questo. E la risposta sarebbe ovvia. Basta unire i puntini.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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