Io credo che la Barracciu un po’ di ragione ce l’abbia, quando twitta la foto di un’adunata oceanica del regime fascista e di una folla che acclama il Duce per lasciar intendere che non sempre la volontà popolare significa verità e giustizia. È un dato di fatto che le peggiori dittature abbiano avuto un consenso molto vasto dalle masse. Per giunta, non è affatto detto che essere in tanti ad avere la stessa idea significhi che quell’idea sia giusta. “Dieci uomini che hanno torto non fanno un uomo che ha ragione”, scrisse Guglielmo D’Occam. Ma questa è la democrazia. Un sistema di governo pieno di difetti, però di migliori non ne esistono: la democrazia ha molti più pregi che debolezze.
L’ex sottosegretario, dunque, insinua il dubbio che non sempre l’elettorato sia perfettamente consapevole di quel che sceglie e informato su quel che vuole.
Seguendo la stessa logica, Francesca Barracciu dovrebbe chiedersi quanto fosse consapevole il popolo che anni fa l’ha voluta europarlamentare e quanto la conoscesse davvero, la Barracciu, quella sinistra che l’aveva designata candidata presidente della Regione, prima del noto passo indietro. Chi scrive queste righe, nel 2013 scrisse anche che non si capiva quale proposta politica portasse la Barracciu e di quali meriti avesse brillato per poter essere proposta alle più alte cariche istituzionali della Sardegna. La gestione del suo incarico da sottosegretario ha chiarito che il dubbio era legittimo. E pure che le maggioranze possono sbagliare, come sostiene la Barracciu parlando degli altri.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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