Bardonecchia – Aumentano i respingimenti di persone che vorrebbero entrare in Francia passando dall’Italia. Qualche giorno fa si è letto di una guida alpina francese che rischia 5 anni di galera per aver cercato di portare all’ospedale una donna incinta trovata a vagare sulle Alpi. Una donna africana. È di ieri la notizia che un’altra donna, nigeriana, sia morta in Italia dopo essere stata respinta alla frontiera da gendarmi francesi. Incinta anche lei, gravemente malata, ha portato avanti il suo ultimo mese di gravidanza assistita in un ospedale italiano. Il bambino non è del tutto fuori pericolo, è nato piccolissimo e prematuro avendo pesato alla nascita 700 grammi. Israel è il suo nome, mentre la sua mamma si chiamava Destinity. La Francia sta dunque usando una linea durissima verso chiunque attraversi i suoi confini senza permesso. Sul piano formale è una regola come tante, come quella di non rubare, di non evadere le tasse, di non cagare per strada. Sul piano umano invece è crudele. Una donna ammalata e prossima al parto, in un paese civile, viene innanzitutto assistita con tutte le attenzioni, fosse anche un’assassina condannata all’ergastolo. Invece la regola, per i francesi, è che una donna come Destinity va cacciata via, va rifiutata insieme al bambino a cui sta lasciando le ultime forze di cui dispone. Se muore, pazienza, è morta fuori, problemi suoi. “Bestiale” è la parola che mi sovviene. Nei mesi scorsi il Ministro degli interni uscente, Marco Minniti, si è spesso vantato di aver quasi azzerato gli sbarchi sulle nostre coste. Nell’estate del 2017 l’Italia aveva ratificato accordi con i libici per il contenimento dei migranti al di là del Mediterraneo. Quello di cui non hanno potuto vantarsi né Minniti né Renzi, è il fatto che quei migranti non possono sbarcare perché trattenuti con la violenza all’interno di lager libici, gestiti da criminali con cui noi ci siamo accordati. Non importa se muoiono. L’importante è che tutto accada lontano dai nostri confini. Ecco, la differenza tra Italia e Francia, tra Bardonecchia e il deserto della Libia sta tutta nella distanza dai nostri occhi e dalla nostra consapevolezza; per il resto si tratta dello stesso, evitabile egoismo collettivo. Un egoismo che svuota l’idea stessa di democrazia basata sui diritti fondamentali di ogni essere umano. Un egoismo nel quale, come Europei, rischiamo di annegare molto ma molto prima di qualunque invasione dall’Africa. Se e quando l’Africa romperà gli argini, ci scommetto, arriverà in Europa e ci troverà già morti di freddo.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Mi ami? Fammi un riassunto. (di Giampaolo Cassitta)
Cari radical-chic guardate Sanremo e non fate finta di leggere Joyce. (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo, Italia.
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
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